Stasera (o meglio… stanotte!!) ho pensato a don Franco. Per la prima volta in vita mia ho fatto due veglie pasquali, con vari battesimi di giovani da tutt’e due le parti. Ho pensato a don Franco perché ho nella memoria quello che ripeteva sempre che portare avanti due parrocchie era troppo pesante.
Ringrazio il Signore che non mi sono pesate più di tanto. Battezzare le persone che si sono accompagnate nella loro formazione è sempre avvincente!
L’unica cosa è che alla Divina Misericordia dovevamo cominciare alle sette e mezza, e tra il ritardo della recita del gruppo di teatro e varie disorganizzazioni, l’inizio è slittato di mezz’ora. Così abbiamo dovuto fare abbastanza alla svelta, e ciononostante abbiamo finito alle dieci (alle nove e mezza avrei dovuto iniziare a Santa Margarita!).
I giovani che si sono battezzati alla Divina Misericordia sono in generale abbastanza in gamba. Tra tutti, quella che più mi piace è Charo, un sorriso affascinante su di una bella faccia di pelle scura. C’erano anche due signore già con vari figli, separate da tempo dai rispettivi mariti.
A Santa Margarita la celebrazione è stata più lunga: abbiamo letto tutte le sette letture dell’Antico Testamento (alla Divina Misericordia ne avevamo fatto solo quattro), e mi sono permesso anche di spezzettare l’omelia in varia parti: un primo pezzo dopo il mar Rosso, un altro dopo le due letture di Isaia, un terzo prima del Gloria.
L’esperienza – mutuata dai neocatecumenali – mi è sembrata buona. Nel prossimo consiglio pastorale sonderò più in profondità le risonanze della gente.
In tutte e due le celebrazioni ho fatto esprimere, alla fine, ai padrini, il loro impegno a accompagnare i figliocci nel cammino di fede. Pensavo soprattutto alla Messa domenicale, che non so perché ma è la cosa più difficile da partecipare da parte di tutti i bambini di qui. Ho potuto così far capire anche che essere padrini è una cosa seria, in relazione ai figliocci, e non ai loro genitori (qui chiamati “compadre” e “comadre”). Spero che abbiamo capito! O meglio, spero che vivano seriamente la loro missione!