In questa quaresima mi sono preso l’impegno di incontrare i conviventi. Il mercoledì e il giovedì pomeriggio li dedico a vedere questa gente, ogni giorno in un settore diverso. Soprattutto è per offrire un’orientazione che li possa aiutare ad andare verso una situazione più in linea con i comandamenti di nostro Signore: sposarsi, vivere castamente o lasciarsi.
Il pomeriggio di oggi l’ho dedicato alla gente della Mina, che è una delle parti più povere della nostra parrocchia. Ho “lavorato” su un divano posto gentilmente a disposizione da Félix e María, una coppia che si è sposata quattro anni fa, e che ospitano in una tettoia attigua alla loro casa la Celebrazione della Parola del martedì.
Dalle tre e mezza che ho cominciato sono stato sul divano fino alle otto. Ed è stato veramente un “divano della conversione”.
Ho visto abbastanza gente, una metà senza prospettive di cambio di situazione a corta scadenza ma con la volontà di fare qualcosa, un altro quarto con il desiderio e la possibilità di prepararsi alla svelta per il matrimonio, e l’ultimo quarto non conviventi ma che ancora non ricevono la comunione (e la riceveranno presto).
Mi ha colpito soprattutto il dialogo con Salomé e quello che ne è seguito.
Salomé e il suo compagno Bilín hanno meno di quarant’anni, e vivono insieme da venti anni. Un anno fa hanno cominciato insieme il corso di preparazione al matrimonio, ma l’ha finito soltanto lei, perché Bilín a metà corso ci ha ripensato e ha lasciato perdere, ed è tornato ai vecchi amici e alla birra. Oggi pomeriggio ho fatto il dialogo con Salomé, la quale mi raccontava che il marito è insopportabile, e che hanno molti problemi, e che lei se potesse se ne andrebbe da casa. Ho cercato di aiutarla a mettersi in una prospettiva di fede, ma l’impressione era che le cose fossero ben difficili. Alla fine mi sono azzardato a chiederle di mandarmi suo marito. E il marito è venuto, e tra il clima della quaresima, il fatto che per aspettare il suo turno ha partecipato in una specie di momento di preghiera, e la chiamata del Signore, fatto sta che fra tutto questo quando è venuto a sedersi sul divano era un agnellino. Dopo aver parlato un po’ da soli gli ho chiesto di richiamare sua “moglie”, che era lì fuori, e le ha promesso sinceramente di tornare alla vita di chiesa e di lasciare gli amici e la birra.
Per me è stato un momento commovente, così come lo è stato per le varie persone presenti quando, alla fine di tutti questi dialoghi, Bilín ha dato testimonianza del suo desiderio e volontà di cambiare. Insieme abbiamo tutti ringraziato il Signore!
Ognuno dei dialoghi di oggi pomeriggio è stato fruttuoso: in tutti ho visto la voglia di ricominciare. Ed è stato molto edificante anche per me.
Non mi rimane che dire: Grazie, Signore!
Grazie, Signore, per questo ministero in Guaricano!
Grazie, perché non mi fai mancare il calore di tanti fratelli!
Grazie per tutte le persone che vedo che vogliono cambiare e convertirsi a te!
Grazie per questa quaresima così ricca di frutti nella parrocchia!
Grazie perché continui a chiamare uomini e donne a seguirti da vicino!
Sei grande, Signore!