Contributi del giorno domenica 6 Novembre 2005

Da domani mattina fino a venerdì siamo (io e Lorenzo) al ritiro annuale dei preti diocesani.

Grazie a Dio è qui vicino, nella Escuela de Evangelización, per cui qualunque emergenza si fa un salto a casa e si risolve.

Non scriverò sul diario in tutti questi giorni.

Trecentocinquanta pazienti è il numero di persone visitate nei quattro giorni in cui con Massimo e i nostri figli siamo stati in ambulatorio della misssione del Guaricano.

Il grande numero è stato determinato dalla realtà nuova dell’ambulatorio stesso, dalla necessità delle persone e dalla disponibilità di tutti coloro che hanno dato una mano tra cui Suor Blessila, le ragazze del Guaricano che hanno fatto da segretarie e dalle persone stesse che pazientemente hanno aspettato il loro turno a volte con attese lunghe.

Il grande numero di persone visitate è stato anche importante per inquadrare al meglio le necessità e il tipo di messaggio medico da lasciare alla Dott.ssa Álida Snchez che continuerà il lavoro.

Sicuramente la prima cosa è venire incontro alle necessità delle persone anche le più banali, ma l’ascolto è sempre la cosa più importante. Poi la parte della prescrizione di occhiali cosi importanti per una popolazione spinta alla lettura della parola di Dio; l’aver potuto dare per pochi pesos di spesa un occhiale che risolvesse il problema è stato molto bello (l’impegno futuro sarà quello di rifornire sempre l’ambulatorio di occhiali usati che possano essere dati a chi ne ha bisogno).

Infine le indicazioni chirurgiche per i due problemi principali che sono la cataratta e lo pterigio così diffuso in queste popolazioni.

Insomma lavoro da fare ce ne sarà. manterremo il nostro impegno da Genova con l’impegno di tornare.

Buon lavoro Dott.ssa Álida!

Questa è stata la mia terza volta a Santo Domingo, nella missione genovese del Guaricano.

La prima volta è stata nel 1992, con il cardinal Canestri, come responsabili delle aggregazioni genovesi per conoscere e far conoscere la missione.

La seconda nel 2000, per incontrare mio fratello e portare i miei genitori a conoscere la parrocchia di don Paolo.

La terza questa settimana, per poter ri-incontrare don Paolo, assieme ai miei, e per rivedere questa realtà di chiesa ben diversa dalla nostra.

Il primo bilancio a caldo è largamente positivo, per diversi motivi: l’affetto di tutti, l’accoglienza calorosa dei dominicani, l’incontro con la comunità parrocchiale, la freschezza e gioventù delle espressioni di fede, il sorriso dei bambini e le treccine delle bambine.

Ma questa esperienza, come tutte le esperienze forti, va lasciata decantare qualche giorno, per poter cogliere, in trasparenza, tutta la realtà, fatta di cose positive e di qualche fatica. Avrò quindi occasione di scrivere ancora.

12:47 pm

Messa di saluto

Questa mattina, alle 7.00, nella chiesa provvisoria della nuova parrocchia della Divina Misericordia, abbiamo salutato la comunità parrocchiale del Guaricano. La messa, come sempre, è stata una gran festa; la gente era molto partecipe ed attenta nell’ascolto della parola, nella preghiera d’intenzione, nella preghiera di ringraziamento, nell’accostrarsi all’eucaristia. Sono stati portati all’offertorio insieme al pane e al vino cinque ceri accesi, segno delle cinque vergini sagge, un cesto di viveri per i più poveri, tre bimbi appena nati. Alla fine della messa sono state presentate alla comunità le persone che hanno scelto di iniziare il catechismo, giovani e adulti che vogliono conoscere di più il Signore e crescere nella fede.

È stato poi il nostro turno. La prima a salutare e ringraziare la comunità è stata la mamma, poi il papà, ed infine io e la zia. Tanta emozione nelle nostre parole, ma anche in quelle dei parrocchiani del Guaricano. Ovviamente noi abbiamo avuto bisogno del traduttore, mentre è successo un piccolo miracolo: siamo riusciti a comprendere quanto ci hanno detto senza alcuna traduzione. È proprio vero che il linguaggio dell’amore è universale.

Dopo i saluti, un abbraccio grande, con ognuna delle persone presenti e un arrivederci, augurato da entrambe le parti, come promessa di sostegno a vicenda nella preghiera e nel ricordo continuo.

Durante la settimana ho partecipato a due incontri di formazione degli animatori pastorali (una trentina in tutto). Sono stato molto contento perché stata per me una esperienza di chiesa molto intensa, anche se il mio poco spagnolo non mi permette di comunicare.

Due annotazioni opposte che mi vengono dal cuore:

  1. Lo slancio, la passione, l’entusiasmo degli animatori erano veramente incomiabili e sono stati un grande esempio per me. Se mettono la stessa passione, come credo, nel loro servizio pastorale, il loro annuncio e il loro servizio certamente trascinano altre persone nell’incontro con Gesù.
  2. Per contro, ho notato una certa povertà culturale, probabilmente dovuta alla poca istruzione, ma forse dovuta anche ad un atteggiamento mentale, quello di vivere tutto emozionalmente prima che con la testa (esattamente l’opposto di noi europei).

Questa comunque è la comunità, e gli animatori sono sicuramente un dono grande nel servizio pastorale per poter arrivare a quante più persone possibili dei quarantamila parrocchiani.