Contributi del giorno sabato 29 Ottobre 2005

Stamattina abbiamo vissuto la chiusura dell’Anno Eucaristico insieme a tutte le diocesi del paese.

Lo scenario è stato il Faro a Colón (Colombo), il mausoleo dove i dominicani sostengono di avere le ossa dell’illustre genovese. È una gran costruzione a forma di croce, che insieme ai resti di Colombo ospita un museo con reperti (la maggior parte in copia) di tutte le parti del mondo. Attorno alla costruzione c’è un immenso parco, che si è popolato con circa dieci/ventimila persone.

Ogni diocesi aveva assegnato un colore, rosso per Santo Domingo. Era il colore prevalente, e si capisce perché.

Della nostra parrocchia sono venute circa 250 persone, attratte anche dal fatto che abbiamo tenuto volutamente il costo a un livello molto basso per cercare di aiutare tutti a partecipare. La parrocchia ha dovuto integrare con una somma quasi pari a quello che ha dato la gente. Un mese fa, quando dovevamo decidere la cosa, ero un po’ indeciso, dal momento che la parrocchia aveva 300,000 pesos (oggi saliti a 400,000, quasi 10,000 euro) di debiti. Alla fine mi sono lanciato, facendo l’atto di fede che la cosa era del Signore, non mia, e che se era lui a chiedermelo lui si sarebbe incaricato di far entrare questi soldi.

Sono venuti anche i miei e gli oculisti con i figli.

Il tempo è stato bizzarro. Quattro volte se messo a piovere, l’ultima è stata durante la distribuzione della comunione. Fortunatamente la gente aveva l’ombrello, con cui si è riparata alternativamente dal sole e dall’acqua.

Mons. de la Rosa, arcivescovo di Santiago de lo Caballeros, ha fatto l’omelia spiegando la messa, in uno stile immediato e al tempo stesso profondo. Non ha fatto rimpiangere le omelie del cardinal López Rodríguez.

Sono arrivato al Guaricano due giorni fa cono le mie due figlie maggiori Marta e Lucia e il mio collega – amico Massimo Corazza e suo figlio maggiore Paolo.

Il giorno dopo ci siamo messi a lavorare per installare l’ambulatorio di oculistica; per fortuna tutto è andato bene tutto e tutto è funzionanate. Abbiamo organizzato l’ambulatorio su due stanze in modo tale da poter visitare in contemporanea io e Massimo e sfruttare al meglio le giornate.

Il pomeriggio ci siamo dedicati allo smistamento delle medicine, sia quelle che erano già arrivate con il container assieme agli strumenti, sia quelle che abbiamo portato dall’Italia dirattemente nelle valigie (eravamo in 5 e abbiamo portato con noi 9 valigie pesantissime tutte cariche di medicine e altre cose utili!!!!).

Tutto questo non nasce dal caso ma dalla collaborazione di tanti che hanno lavorato nell’ombra: Stefano S. che ha di fatto regalato l’apparecchiatura, Alessandro F. che si è preoccupato della spedizione, Santo M. che ha collaborato nella preparazione degli strumenti.

Adesso siamo pronti: nelle messa domenicale verrà avvisata la popolazione locale della possibilità di avere la visita oculistica. Ci auguriamo di poter visitare tanti bambini anche in età prescolare per poter soprattutto fare prevenzione sui difetti della vista così importanti a questa età.

Lasceremo tutto questo in mano ad una dottoressa locale di nome Alida, che abbiamo avuto il piacere di conoscere ieri e che già nella settimana prossima verrà a lavorare qualche ora con noi e prendere pratica delle apparechiature.

Ieri sera siamo stati tutti alla cena benefica del Seminario Minore.

Punto dolente: come anche gli anni scorsi arriviamo tardi, finiamo in qualche tavolino ai lati, e alla fine quasi non ci arriva la cena. Di fatto poi i miei e anche gli amici oculisti + figli non hanno apprezzato la cucina dominicana. Ma sembra che neanche molti dominicani, a giudicare dai piatti rimasti mezzi pieni in tavola.

Comunque la serata è stata bella, con musica allegra e anche qualche balletto.

Per me è sempre un’occasione bella: per stare al fianco dei nostri seminaristi (sono sei!) e anche per rivedere persone che non vedo tutti i giorni.

Tra le altre cose ho potuto parlare con Pelegrín Castillo, che è un deputato (sembra) cattolico, al quale ho fatto presente un’invito che gli abbiamo fatto a partecipare a un’attività organizzata dai giovani sul tema dell’aborto. Mi ha detto che parteciparà di sicuro! Vedremo.

C’è stato qualche problema con i mezzi di trasporto: per andare in là abbiamo stentato a trovare, chiedevano tutti troppo. E per tornare indietro ancora di più, ma per il motivo che dal centro della città nessuno si sente di andare al Guaricano di notte. È che il Guaricano ha una fama un po’ brutta…