Contributi del giorno domenica 23 Ottobre 2005

In occasione della tempesta tropicale “Alfa”, che ha attraversato stamattina il paese da sud a nord, le autorità ci hanno chiesto di mettere a disposizione l’ambulanza per qualunque evenienza.

Con molto piacere l’abbiamo mandata, naturalmente con il nostro autista di fiducia, Alejandro.

Sembra che non ci sia stato bisogno per niente di speciale, grazie a Dio.

Oggi finalmente si è realizzata la giornata insieme a Suor Serafina ed è stata veramente splendida!

Stamattina sono andata a prenderla a Genova per portarla a Pegli nella mia Parrocchia alla Messa delle 10 (quella dei bambini che ci aspettavano numerosi). Durante il tragitto la suora non ha mai smesso di sorridere, era come catturata da tutto quello che vedeva: il mare avvicinarsi all’orizzonte, le case tutte attaccate del centro storico con i suoi vicoli e poi sulla sopraelevata quando si vede il Porto Antico c’è scappato un WOW che mi è preso un colpo!

In Parrocchia c’era Don Mario ad aspettarci e dopo le dovute presentazioni ci siamo messi subito al lavoro per praparare una predica adatta alla “Giornata mondiale delle missioni”. Intanto la Suora è una grande perché si era già preparata un discorso da leggere ai parrocchiani sulla missione di Santo Domingo e in particolare sul ruolo da lei svolto al centro nutrizionale; l’abbiamo corretto insieme (dice di non sapere l’italiano, ma vi assicuro che il suo linguaggio era davvero appropriato) e dopo è cominciata la Messa.

Quando è venuto il momento della predica Don Mario l’ha cominciata prendendo spunto da un orsetto di gommapiuma che mi aveva regalato un ragazzino del liceo e che ho portato proprio per mostrare come sono diversi i giocattoli di Guaricano dai nostri… l’effetto è stato quello che volevo e i bambini l’hanno osservato con attenzione, pensando forse che una cosa può esser bella anche nella sua semplicità.

Poi è arrivato il momento di Suor Serafina, dedicato soprattutto agli adulti. Mentre la suora leggeva, i loro sguardi non si sono mai distolti da lei e regnava un silenzio davvero d’eccezione. Penso che sia stata una bella testimonianza e averla condivisa assieme alla mia gente mi ha fatto sentire parte di un’unica grande famiglia. Credo che questa sensazione sia stata recepita anche da coloro che al termine della Celebrazione sono venuti a salutare Suor Serafina e a volerne sapere di più sulla missione. Volevo anche dire che erano mesi che aspettavo di poter scambiare un abbraccio con la suora al segno di pace e così è stato!

Dopo la Messa io e la suora siamo state nelle aule del catechismo a mostrare le foto del barrio e a rispondere alle numerose domande sorte: ammetto che non mi aspettavo un entusiasmo così da parte proprio dei ragazzi…

A mezzogiorno già mi sembrava pomeriggio inoltrato dall’intensità con la quale avevamo vissuto solo la mattinata! Per fortuna ci aspettava a casa un pranzetto molto genovese, durante il quale la suora ha scoperto l’esistenza dei PINOLI (ne ha trovato un pezzetto nel pesto, ma non sapeva esistessero!).

Dopopranzo le ho fatto un riassunto di tutto il diario della missione che si è persa e tornando verso casa, abbiamo visitato il Porto Antico che tanto le piaceva, un po dei vicoli, Piazza De Ferrari e San Lorenzo. Alla fine eravamo stanchine ma contentissime… e mi viene da concludere citando don Paolo:

“Grazie Signore, grazie di cuore!”

La messa dei giovani era appena cominciata quando è cominciata una tempesta tremenda.

Si tratta di “Alfa”, che è una tempesta tropicale che ha attraversato il paese da sud a nord, e fortunatamente in maniera veloce: è piovuto dall’una del mattino fino a mezzogiorno, con il picco di violenza e intensità dalle nove e quaranta alle dieci e dieci, esattamente il tempo del vangelo e della predica.

Poca gente alla messa, il dominicano quando piove non si muove!

E bagnarella per molti di quelli che sono arrivati in ritardo, ma anche per quelli che erano già lì: infatto la struttura della nostra “chiesa”, che in realtà è una tettoia, è ideale per bagnarsi quando piove con un po’ di vento.

Anche sull’altare dovevo cercare i punti dove non pioveva, per evitare che mi si bagnasse il Corpo di Cristo. Seduto alla sede, un gocciolamento si ostinava a raggiungermi un braccio.