Contributi del giorno giovedì 13 Ottobre 2005

11:05 pm

Sbobinando (32)

Faccio una foto: giovane donna con bambini, due tre quattro cinque sei sette otto, tutti pulitissimi; ne arrivano altri, scatto ancora. Altro scatto, gruppo di famiglia in un esterno, baracca graziosa in un posto qualunque del barrio, ai margini di un acciottolato faticoso da percorrere.

Altra baracca, una giovane donna mi dice qualcosa: le sorrido, “no he comprendido”, sorride anche lei. In braccio ha una bambina biondissima, i capelli a boccoli le cadono sulle spalle. “Qui c’è passato un bastardo”, mi dice Fiammetta: il dono della sintesi è uno dei pregi della gioventù.

Le indico un giocattolo fatto con una bottiglia di latte a cui sono state messe le ruote. Le si illumina lo sguardo. Passiamo oltre. Uno sguardo pieno di luce: un altro pregio della gioventù. Eccone un altro: gli occhi incredibilmente verdi di una giovane mamma, due bambini e un terzo già a buon punto.

Sto per dire che non vedo uomini quando spunta un cappello bianco con le tese ricurve: “¿Dónde están los hombres?”. “Están trabajando”. Forse è vero. Speriamo sia vero. Lo so, sono un po’ prevenuto.

Faccio capolino in una baracca. Soggettiva sulla miseria. Interno della camera da letto: a destra un lettino con le lenzuola arrotolate e dimenticate, a sinistra un letto a castello, sul letto in alto c’è di tutto; la cucina è un disastro.

Suor Serafina e Orietta entrano a portare qualche medicina. Spunta un uomo di mezza età, sembra infilato a forza nella sua sedia a rotelle. Serafina gli misura la pressione, Benny e Fiammetta regalano fermacapelli alle bambine, una ha un’incredibile testa di capelli e si presenta quando elastici e fermagli sono finiti, quasi si mette a piangere, poi spunta un cerchietto e anche i suoi occhi si riempiono di luce.

Mi cade l’occhio sugli enormi piedi dell’uomo infilato nella sedia a rotelle. Serafina finisce di misurargli la pressione. Una delle bambine gli fa una carezza. Martina una volta mi disse: “Papà, tu non sarai mai vecchio”. È bello avere una figlia.

Anche stasera, come ieri sera, la Messa di settore di preparazione alla Festa di Santa Margherita l’abbiamo fatta sotto la pioggia.

Come ieri, un particolare bello, un regalo del Signore: nonostante sia piovuto quasi tutto il giorno, la mezz’ora prima della Messa l’acqua si è calmata un po’, e questo ha permesso che la gente uscisse di casa e partecipasse.

Poi, ieri come oggi, durante la Messa la pioggia si è intesificata.

Ieri, però, eravamo sotto una tettoia; oggi, avevamo sopra la testa solo un telone, mal fissato, che con il vento volava su e giù, e a tratti scaricava da un lato l’acqua che accumulava: quelli che erano da quella parte dovevano improvvisamente scansarsi per non fare la doccia!

Io ho concelebrato reggendo in mano un ombrellone tutto il tempo della Messa. Ha presieduto il padre Ramón Suero, nuovo parroco della parrocchia Nuestra Señora de América Latina, assistito anche da Marcial.

Ci è andata meglio di ieri con le ostie. Ieri purtroppo una goccia che si lasciava insistemente scivolare dalla tettoia era caduta a più riprese nella patena, prima della consacrazione e forse anche dopo, per cui molti hanno fatto la comunione con il Corpo di Cristo bagnato, ma non nel Sangue di Cristo.

Oggi il provvidenziale ombrellone, manovrato da me all’indomani di ieri, ha evitato che succedesse lo stesso. Mi è costato abbastanza, le gocce dell’ombrellone in particolare riuscivano a cadere sempre sulla mia testa, ma abbiamo evitato che succedesse qualcosa di più spiacevole!

Domani mattina viene a presiedere l’Eucaristia il padre Federico, fino a pochi mesi fa parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora el Amparo, che adesso è stato chiamato dal vescovo a fare il formatore in seminario.