Il prof. Narciso era il direttore docente della scuola Guaricano Adentro.
Lino ha lavorato abbastanza insieme a lui, e anche con Miguel Gil.
In parrocchia ha lavorato un certo tempo con un coro dei giovani, in settimana facevano le prove e la domenica animavano la Messa.
Da prima dell’estate ha un tumore al fegato, e adesso sta proprio male. Sono stato a trovarlo oggi pomeriggio e sembra in fin di vita. Non parla, e dà l’idea di essere molto sofferente. Non si lamenta, ma si muove nel letto, non trova mai la posizione che gli possa risultare un po’ meno fastidiosa.
Ho accennato una domanda sull’Unzione dei Malati. Quando era sano avevamo parlato varie volte della fede, e lui si diceva cattolico, anche se poi non andava a Messa. Così, con molta naturalità, gli ho chiesto.
Lì ha iniziato a parlare: “No”. Pensando che non avesse capito, gli ho chiesto di nuovo, ha ripetuto di nuovo un no, ancora più chiaro.
In quel momento mi sono ricordato che lui mi diceva che sua moglie era diventata evangelica. Era lì, oggi pomeriggio, al suo fianco, la moglie. Non rendendomi conto, ho chiesto alla moglie se avevo capito bene: non mi ha risposto.
Poco a poco ho collegato. La freddezza di questa donna quando sono arrivato in casa, non mi aveva neanche guardato in faccia, ripensandoci adesso aveva la faccia di chi anzi era scocciato che fosse arrivato il prete.
Quel “no” di Narciso è stato una pugnalata per me. Liberissimo lui se vuole di diventare evangelico (anche se non ne sono ancora sicuro), ma perché ‘sti evangelici devono pensare che solo loro sono figli di Dio, solo loro si salvano, solo loro conoscono il Signore, e tutti gli altri vanno all’inferno?
Credevo che Narciso avesse chiaro che siamo figli di Dio anche i cattolici. Credevo. Il fondamentalismo, con le tremende certezze che annuncia, ha un fascino. Amaro.