Contributi del giorno mercoledì 14 Settembre 2005

Stamattina abbiamo avuto la Messa d’inizio d’anno scolastico del liceo.

Rispetto a quelle della primaria è stata molto più ordinata, e tutto sommato la percentuale delle comunioni è stata molto più alta.

Ma continua a farmi tristezza, e al tempo stesso a mettermi voglia di lavorare, il vedere tanti, soprattutto maschi, che realmente non sembrano a casa loro in chiesa. Sembra proprio che alla messa non ci vadano mai: sguardi indifferenti, assenza di risposte alle acclamazioni liturgiche, non cantano.

Quello che fanno tutti è battere le mani. Viene spontaneo a un dominicano non appena sente una musica o una canzone ritmica. Ma da lì al lasciarsi coinvolgere nell’avventura della fede ce n’è del cammino da fare.

Alla fine mi sono “divertito” a dare un abbraccio a tutti. Di vari, di troppo pochi, sapevo il nome, e ho cercato di pronunciarlo, come per mandare loro il messaggio: mi ricordo di te. Della maggioranza, spero di impararlo presto il nome!

9:50 pm

Sbobinando (21)

Lunedì 25, ore 8.30.

Nella vecchissima Mitsubishi rossa con i sedili sfondati e il parabrezza con un buco dal quale si dipartono crepe identiche ai raggi del sole, Tito e io sprofondiamo più che altro sorpresi: questa ci mancava, ma è giusto provarla.

Diciamo la verità: a Genova, su una macchina così, non saremmo mai saliti. Non so se più per paura o più per vergogna. Il fatto è che da noi una macchina così potrebbe stare solo da un demolitore, qui sta onorevolmente nella media, fra le auto decenti dei benestanti e le carcasse arrugginite dei loro dirimpettai.

El chofer de confianza l’autista di fiducia trovato da don Paolo, guida con sicurezza in direzione di Juan Dolio, il posto che abbiamo chiesto di vedere e dove alla fine s’è deciso di fare un bagno, perché non si può tornare dai Caraibi senza aver assaggiato il mare e la spiaggia da cartolina.

La nostra guida è sempre Francesco. Sul pick up della missione c’è don Lorenzo: porta i ragazzi, per un giorno è gita anche per loro; Benedetta e Milena vogliono farsi fare le treccine.

Scopriremo che le ragazze haitiane fanno treccine in cambio di 20 dollari. Alla sesta cliente hanno guadagnato quanto in un mese il guardiano notturno conosciuto in cañada, quello che rischia la vita per difendere la stazione di servizio dall’assalto dei tiguere.

Un’altra conferma che le attività turistiche e assimilate viaggiano per conto loro.

Ci guardiamo intorno: gruppi di spazzine puliscono la strada (“Siamo in campagna elettorale”, ci spiega el chofer), il traffico è disordinato ma veloce, a ogni semaforo una dozzina fra ragazzi e adulti, uomini e donne, offrono qualunque cosa, dalla pulizia del vetro alle barrette di cioccolata, dalle bottigliette d’acqua ai sigari, dalle caramelle ai giornali.

Semaforo verde, siamo in seconda o terza fila; l’auto davanti a noi si sposta giusto in tempo per consentire al nostro autista di fare altrettanto, così evitiamo di travolgere la cosa che fa da spartitraffico.

La cosa è una persona. Un ragazzo di colore, avrà al massimo 25 anni.

Cammina sulle mani, aiutandosi con il moncherino della gamba sinistra, che spunta dai jeans tagliati corti. È amputata un po’ sopra il ginocchio. La gamba destra è più corta, dev’essergli stata amputata a metà coscia, forse anche più su.

Muovendosi con fatica, a ogni scatto di semaforo non fa in tempo a mettersi al sicuro, così rimane al centro della strada.

Chissà se si è abituato alle macchine che gli sfrecciano vicino alle orecchie, o se invece gli fanno ancora paura.

Stasera al gruppo Ciempiés Rosanna e Kika hanno presentato una piccola conferenza sulla sessualità e le carezze intime.

Notevole l’interesse da parte dei giovani (che in realtà sono in maggioranza adolescenti).

Speriamo e preghiamo perché possano e riescano a mettere in pratica quello che hanno imparato. Con la erotizzazione spinta della vita di barrio non sarà facile! Di fatto tra ragazzi e tra ragazze si parla prevalentemente e quasi a senso unico di quello che uno ha fatto con il fidanzato o fidanzata. E poi, dopo il “matrimonio”, soprattutto gli uomini parlano continuamente di tutto quello che hanno fatto o che si inventano che hanno fatto con la moglie e le altre donne.

Con un po’ di fatica abbiamo riiniziato la pastorale familiare della parrocchia.

Dei 5 settori di Santa Margarita ce n’erano solo 3 (più del 50%, wow!). Abbiamo chiaccherato per un’oretta, e ho cercato di spiegare il lavoro che avevo in mente:

  • Essere espressione della attenzione alla famiglia di tutta la parrocchia.
  • Visitare e motivare le coppie che hanno fatto il corso di preparazione al matrimonio e poi non si sono sposate.
  • Visitare pure le coppie sposate che si sono allontanate dalla chiesa.
  • Preparare la liturgia e le attività di novembre, mese della famiglia: un ritiro per coppie e una conferenza per coppie.
  • Preparare la festa della famiglia dell’ultima domenica di dicembre

Ho visto entusiasmo in queste tre coppie, e sono sicuro che il lavoro inizierà con entusiasmo.

Grazie, Signore!!!