Stasera abbiamo avuto la riunione di avvio della catechesi di giovani e adulti.
I catechisti sono meno dell’anno scorso: tra i catechisti giovani c’è chi lavora e non può più, altri vorrebbero ma non sono maturi, e c’è chi deve ancora fare la cresima.
Anche tra i catechisti adulti ho pensato lasciare a casa qualcuno che francamente non ha i numeri.
L’argomento più vivo, nella riunione, è stato quello delle condizioni per il battesimo degli adulti. Il Concilio Dominicano ha stabilito che quando convivono (qui si dice che sono amancebados, sarebbe come dire “arragazzati”), che sono il 98% della popolazione, devo prepararsi insieme al battesimo e al matrimonio, e celebrarli praticamente insieme.
Praticamente ciò rende quasi impossibile battezzare un adulto, perché, ammesso che il catecumeno (normalmente sono le donne) si voglia sposare, la maggior parte delle volte il marito non ne vuole sapere.
Tra i preti c’è chi lo applica più rigidamente, come faccio io da due anni a questa parte, c’è chi non si preoccupa troppo della cosa, e chi considera che il battesimo è un diritto e quindi battezza tutti quelli che glielo chiedono.
Di fatto una riflessione teologico-pastorale seria non può non tenere in conto che la convivenza, anche se non è voluta direttamente, è comunque una situazione di peccato, da superare prima di arrivare al battesimo.
Alla stessa maniera che i conviventi non fanno la comunione (e qui nessun prete gliela dà), per la stessa ragione non gli si può dare il battesimo.
Cosa significa quella frase che parla del fatto che la convivenza “non la si è voluta direttamente”? Significa che qui c’è molta gente che ha iniziato a convivere per cultura, e solo dopo si è resa conto che avrebbe dovuto fare altrimenti. E vorrebbe sposarsi, ma il coniuge non è maturato alla stessa maniera e quindi non se ne può fare niente.
Sono situazioni che richiedono molta preghiera, e, da parte dei catechisti, molta sapienza pastorale, per non scoraggiare gente che ha un sano desiderio di fare un cammino cristiano, anche se non è ancora in condizione di ricevere i sacramenti.
Autore: don Paolo
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