Contributi del giorno domenica 4 Settembre 2005

L’amore é un’ottima… ragione! per fare cose che altrimenti non faremmo!

Si va a Duquesa! Missione impossibile? Nemmeno per sogno!

Armati di “fede-speranza-caritá”, don Paolo, il gruppo “scelto” della parrrocchia ed io ci imbarchiamo alla volta di Duquesa, quartiere degradato al cui lato la città di Santo Domingo deposita la spazzatura!

Aiutare la gente di Duquesa a scoprire l’amore di Dio: è questo quello che si sono proposti i missionari. Qui tutto acquista maggiore importanza perchè capire richiede un impegno maggiore!

Voglio assorbire questi momenti: la luce del sole, il lungo viale e le povere case in lamiera e muratura, macchine arrugginite, bambini e un vecchio che legge la bibbia, a cavallo di una sedia, davanti all’ingresso della… cappella! Anche il cattivo odore di Duquesa resterá tra i miei ricordi più… preziosi, perchè no?

Fuori è già buio, una luce fioca illumina la sala, i canti e la preghiera hanno ripreso vigore. Siamo stanchi, accaldati, ma teniamo duro!

Una mamma e la sua bambina vestite di rosa si sorridono teneramente, un bambino si affaccia alla porta e lo saluto.

A un certo moemnto la responsabile della preghiera, che è una signora attempata poco stabile emozionalmente, si arrabbia con la signora vicino a lei perché le è sembrato che l’abbia interrotta nel leggere un salmo.

Verso le sette e mezza cominciano ad arrivare i missionari, che stanno terminando il loro giro porta a porta. Alle otto ci siamo finalmente tutti, concludiamo la preghiera con il Padre Nostro e don Paolo impartisce la benedizione.

Stanchi ma felici rientramo in Guaricano. C’è stato solo il piccolo inconveniente che alla guagua gli si sono bucate due gomme posteriori tutt’e due insieme. Ma non c’era da preoccuparsi, come dimostra il fatto che i missionari per l’occasione si sono messi a cantare a squarciagola.

È stata un’esperienza che mi ha toccato. Mi ha fatto sentire fuori misura ma mi ha dato forza. Mi sento più “carica”.

Ahimé, i capi della nazione di Duquesa non sono venuti alla messa.

Hanno dato una mano per preparare, hanno prestato amplificatore e casse, hanno portato le sedie, e poi se la sono squagliata.

Ho domandato a Sánchez se sapeva il perché. Mi ha risposto: “Padre, lei non li conosce ancora…”

Abbiamo appena finito la missione di Duquesa: per due sere e una mattinata siamo andati a portare un messaggio porta a porta, e stamattina abbiamo concluso con la messa.

Sapete la ragione della missione: Duquesa ha nel suo seno una nazione. L’hanno impiantata dei giovani uomini sui trent’anni, imparando a formarla nel carcere della Victoria.

Nella visita la gente di Duquesa è stata molto attenta come sempre. Personalmente ho potuto visitare quattro chiese evangeliche, frequentate prevalentemente da haitiani, e in ognuna di esse ho lasciato al pastore il messaggio che stavamo distribuendo, un messaggio di invito alla comunità a superare le sue divisioni con la forza dell’amore di Dio.

Alla fine della messa abbiamo consegnato a tutti i presenti un ramo di palma con un cuore di cartoncino che diceva “pace”, con l’impegno di costruire la pace nella propria famiglia e con i propri cari. È stato un gesto molto bello, e credo che il messaggio sia arrivato!