“Cumplir” significa letteralmente “compiere”. Qui si usa per “fare le condoglianze”. Non si tratta però di condoglianze verbali, come se si potessero fare per telefono, o scritte (per lettera).
Qui quando una persona muore si va a visitare la famiglia, li si abbraccia e bacia, e si possono esprimere parole di consolazione.
Stasera sono andato appunto a “cumplir” da un mio professore della scuola serale, Victor. Tra parentesi Victor sta dando abbastanza problemi perché viene sempre tardi, e a volte non viene senza dire niente, così, per sfizio.
Non avevo proprio voglia di andare. Erano le nove di sera, ed ero uscito di casa alle due. Non sarei andato, se non fosse stato che tutti i professori andavano, e uno di loro mi ha chiesto di accompagnarli con la camionetta.
Il Signore mi ha aiutato, e poco a poco, mentre ci avvicinavamo al barrio dove viveva il nonno di Victor, ho sentito dentro di me una voce che mi invitava a fare un passo alla casa.
Sono andato, così, e il Signore mi ha fatto sentire la bellezza di questo gesto. Lo stesso Victor, con il quale ci siamo scontrati varie volte a causa delle sue assenze e ritardi, mi ha accolto molto dolcemente, e mi ha fatto sentire che il nostro rapporto di lavoro può migliorare.
Sono arrivato a casa più tardi del solito, ma sereno e contento.