Contributi del mese di Gennaio 2005

Cristo si è fermato a Duquesa, si potrebbe parafrasare qui.

Questa piccola comunità di 250 famiglie, la metà haitiani, dove abbiamo realizzato il progetto dell’acqua, è qualcosa di ben difficile.

Stasera sono andato per visitare l’unica Comunità Apostolica che abbiamo lì, e l’ho trovata che non si è riunita. Nonostante non ci fosse luce, di 6 membri ne ho trovati solo due. Aspettavano gli altri, che dopo un’ora da quando doveva iniziare la riunione non erano ancora arrivati.

Ho approfittato per parlare con loro. Discutevamo del fatto che la gente di lì va alla preghiera carismatica, ma non va alla Messa. Una delle cause, mi diceva Juan Pablo, può essere il fatto che la Messa è un fungo una volta al mese.

Così siamo rimasti d’accordo per cercare di mandare un ministro tutte le domeniche. Avrei intenzione di chiederlo a Juan Luis, il candidato diacono. Vediamo un po’ cosa dice.

E forse dovremmo provare a fare la Messa durante la preghiera carismatica, potrebbe essere una carta vincente…

Devo dirvi francamente che il lancio del nuovo piano pastorale non ci ha delusi. È stata una celebrazione festosa, piena di allegria.

Lo stadio olimpico di Santo Domingo, della capienza di 45,000 persone, era strapieno. Qualcuno diceva che sono rimaste fuori altre 10,000!

Immaginatevi un’assemblea oceanica, che ascolta musica cristiana, e canta con i suoi idoli, con 200 giovani davanti ai musici che danzano, fanno giravolte e saltano.

Sui volti di tutti tanta contentezza, al vedersi circondati da tanti fratelli che condividono la tua stessa gioia di essere chiesa.

E il gioco dei colori! Le 13 zone pastorali della diocesi si erano munite di fazzoletti e bandierine, ogni zona di un colore diverso, e le varie zone abbastanza ben divise sugli spalti. Al ritmo della musica era una festa di colori in movimento, e quando il padre Lorenzo Vargas, l’infaticabile animatore di tanta pastorale diocesana, chiamava una per una le varie zone, si vedevano le macchie di colore agitarsi, e tanti gridi di risposta a formare vociari armoniosi.

Il card. López ha poi presieduto l’Eucaristia, accompagnato dai due vescovi ausiliari e da altri tre vescovi del paese. I preti non si contavano, io credo che saranno stati circa 300 tra nativi, religiosi e missionari!

Una pioggerellina fina ha leggermente fastidiato per mezz’ora, costringendo la gente ad aprire gli ombrelli che sempre portano con sé – possono servire per il sole e per l’acqua.

Alla fine della messa, la firma dell’atto di presentazione del nuovo piano pastorale, da parte del cardinale, dei suoi ausiliari, dei vicari episcopali, dei vicari zonali.

E poi il gesto finale: una torcia, che è partita dall’altare, e ha raggiunto via via una serie di giovani rappresentanti ciascuno una delle tredici zone pastorali della diocesi. Ogni giovane l’ha ricevuta e l’ha presentata a tutti i presenti facendo un giro di 360º su se stesso.

Alle 9, a cena, con don Lorenzo, presente anche lui alla festa, abbiamo scambiato le prime impressioni a caldo:

  • la celebrazione è stata troppo lunga: dalle 4 che sono cominciati i canti, la messa è finita alle 8 e mezza! E difatti alla comunione molta gente ha cominciato ad andarsene, e fino alla fine n’è rimasta la metà;
  • l’ordine in cui si è svolto tutto: a un certo punto hanno avvisato che visto la forte affluenza avrebbero fatto entrare un gruppo sul campo, ma che non potevano andare né sull’erba né sulle piste: cosa che tutti hanno rispettato!
  • la chiarezza con cui si è spiegato nelle sue linee essenziali il piano pastorale, con le sue tre tappe: la prima: “da non popolo a popolo”; la seconda: “da popolo a popolo di Dio”; la terza: “da popolo di Dio a popolo di servitori”. E il cardinale ha detto chiaramente che non c’è fretta a finirlo, lo faremo bene, e ci prenderemo il tempo che ci vuole. Sull’orizzonte, in vista, il 2011 che è il quinto centenario della nascita della diocesi di Santo Domingo.

Nei giorni prossimi, e soprattutto domenica prossima, in parrocchia, darò la dovuta risonanza al momento grande che abbiamo vissuto. Voglio che quelli che non sono venuti si rendano conto che si sono persi qualcosa di bello e importante!

Oggi la parrocchia è andata a Higüey in pellegrinaggio. Dico “è” andata perché io me ne sono stato in parrocchia.

Non che non ne avessi voglia, ma mi sentivo un po’ stanco, e domani avremo il pomeriggio all’Olimpico per il lancio del nuovo piano pastorale.

Così ho approfittato per preparare i testi di varie catechesi per i catecumeni, mi sono un po’ portato avanti.

Questo pellegrinaggio è importante anche perché ci fornirà una parte dei fondi per la partecipazione di Rosanna alla GMG di Colonia in Agosto. C’è da tirare su circa 40,000 pesos (=1,000 euro) per l’aereo e altre spesucce.

Credo che dovrebbero entrare dal pellegrinaggio circa 10,000 pesos. Gli altri… i giovani devono tirarsi su le braccia.

Per quelli di voi che hanno buona memoria, Floirán è il professore al quale ear morto in giugno scorso uno studente in una gita al parco Mirador Norte.

Passati già sei mesi, ho voluto sedermi con lui per considerare le mancanze che sono state all’origine di questa tragedia: soprattutto l’essere andato al parco senza nessun altro adulto con lui. Da ciò è dipesa la morte di Álvaro, nel senso che i ragazzini che erano in barca sul lago nessuno stava a vedere cosa facessero.

Floirán, al farglielo notare, ha ammesso che è stata un’incuria sua quella di partire per il parco a ‘sta maniera, senza neppure avvisare la direzione del fatto che non erano venuti gli adulti che dovevano accompagnarlo.

E poi anche il fatto che la gita aveva ben poco di didattico. Di fatto delle tre ore che avrebbero passato nel parco, solo due mezz’ore sarebbero state destinate a esaminare la natura: prima mezz’ora per le piante e poi l’altra mezz’ora per gli animali. Anche se non ho capito dove sono gli animali in quel parco…

Comunque è abbastanza confermata l’impressione di Miguel, il direttore docente, che Floirán è una persona abbastanza di testa dura e ostinato nelle sue cose. Anch’io in questa circostanza mi sarei aspettato da lui un aspetto più umile, mentre che ha difeso a spada tratta, eccetto il fatto dei genitori mancanti, il suo operato.

Oggi in tutte le parrocchie della diocesi abbiamo fatto l’adorazione eucaristica in preparazione al lancio del nuovo piano pastorale diocesano.

Noi l’abbiamo organizzata per settore, e di qualche settore sono venute una quarantina di persone.

I più carenti: i giovani, solo una decina, e i ministri, per i quali c’era un turno ma sembra che non se n’erano resi conto.

L’adorazione è durata dalle 7 e mezza di mattina fino alle 7 di sera, senza interruzione.

Mi ha dato gran conforto vedere la bella partecipazione!

Stamattina abbiamo iniziato un piccolo lavoretto nella cappella superiore: una parete di divisione.

In pratica è già da un po’ di tempo che la cappella di sopra non si usa, a parte qualche momento di adorazione in cui non si riempie mai.

E, dall’altra parte, non abbiamo attualmente un salone per riunioni.

Così dividiamo in due la cappella: la stessa rimarrà grande la metà, e il resto sarà usabile come salone. Soprattutto i giovani sono stati entusiasti dell’idea, perché ultimamente dovevano riunirsi in chiesa, con molti inconvenienti.

In due settimane si dovrebbe finire.

Ciao a tutti!

Dopo la pausa delle vacanze in Italia, sono ormai di nuovo nella mischia, insieme alla mia gente.

Intanto una prima cosa: durante la mia assenza hanno lavorato sodo! Sotto la guida di Marcial, uno dei due candidati diaconi, hanno fatto la novena della Madonna della Altagrazia, e celebrato la sua festa, in una maniera eccezionale: a Messa il giorno della festa c’era il doppio del numero che avevamo gli anni precedenti!

Ha influito e aiutato il fatto che tra qualche giorno avremo il lancio del nuovo piano pastorale diocesano, il terzo da quando si è iniziato a farli. Questo piano pastorale è stato lavorato abbastanza anche nelle parrocchie. È da tre anni che se ne parla, e la gente ha voglia di vedere cosa è. C’è molta aspettativa!

Giovedì in tutte le parrocchie si farà una giornata di adorazione eucaristica. Noi cominceremo con la messa alle 7 di mattina, e poi ci saranno i turni di adorazione, che impegneranno i vari settori della parrocchia, più i ministri e i giovani. Alle 7 di sera concluderemo con la Messa, chiedendo la partecipazione soprattutto di quelli che non hanno potuto partecipare di mattina.

Oggi invece, nella riunione degli animatori di comunità, abbiamo trattato un tema per motivare la partecipazione all’attività di domenica. Ne è venuto fuori un momento molto bello, nel quale tra l’altro abbiamo fatto l’esercizio di sognare come sarà la chiesa e la vita della nostra parrocchia con il nuovo piano pastorale. L’esercizio è durato solo mezzo minuto, ma quando ho detto agli animatori di smettere, quasi tutti in coro mi hanno detto, mezzo sottovoce: “Nooo”. E di fatto poi nella condivisione di questi sogni sono venute fuori situazioni molto belle. Ho approfittato quindi per spiegare la importanza di sognare l’azione di Dio in mezzo a noi e le sue opere, ciò che equivale a guardare al futuro con ottimismo e speranza.

In questi giorni gli animatori riproporranno l’attività alle loro Comunità Ecclesiali di Base (CEB). Chiedo al Signore che anche lì possano toccare con mano che il nuovo piano pastorale può darci qualcosa di veramente bello, se lo accogliamo con amore e fiducia.

Oggi pomeriggio mi sono messo a dare una scorsa al programma delle lezioni fatte ai candidati ministri, e ho tirato giù una cinquantina di temi che possono essere domande di esame.

Penso di dare ad ognuno due o tre domande aperte, da sviluppare per lo meno in mezza pagina, per iscritto.

Dopodomani, se riesco, voglio fare un incontro di ripasso, che gli serva anche per avere un’idea di come si svolge l’esame.

Poi la prova vera e propria sarà giovedì della settimana prossima.

So benissimo che riusciranno a scrivere ben poco, e non so quanto potrò basarmi sui risultati per una valutazione di idoenità.

Mi interessa però che facciano lo sforzo e cerchino di studiare qualcosa.

2:28 pm

Due messe

Stamattina ho detto le due messe.

Alla messa delle 7 ho notato che la gente arrivava molto tardi. Quando abbiamo cominciato la messa alle 7.05 c’era la metà della gente del solito. Poi sono arrivati.

Dopo la messa ho chiesto a Marcial se si immaginava come mai. Lui mi ha risposto con due cose:

  • il buio: alle 6 e mezza non ci si vedeva ancora nulla, e non c’era di luce (black-out);
  • la paura: succedono troppi atti di delinquenza, e la gente ha paura ad uscire di casa quando non ci si vede

Invece alla messa dei giovani c’era un bel pienone (di sotto, non di sopra). Il coro come sempre ha cantato molto bene, anche se dovrò dirgli di nuovo di non fare tanto baccano con le percussioni.

2:23 pm

Baci e abbracci

Accoglienza molto bella stamattina dopo la messa.

Mi sono messo in fondo alla chiesa per salutare la gente, ed è stato un momento molto bello, per loro e per me.

Mi ha colpito una signora che mi ha detto: “Grazie per essere tornato”, e il tono faceva pensare che avesse il dubbio che non sarei tornato.

Ieri sera sono ritornato a casa! Nessun problema con il viaggio solo un po’ di ritardo.

E il risveglio non è stato difficile, anche se la giornata la prenderò con calma. Farò un salto a una riunione dei consigli pastorali della zona per preparare il nuovo piano pastorale diocesano, e dovrò mettermi a posto quello che ho portato in qua da Genova.

Stamattina, all’ospedale di Sampierdarena, ho visto un radiologo vecchio amico di Pegli.

Mi ha detto che gli piacerebbe venire un tempo da noi. Potrebbe essere un annetto, prendendo l’aspettativa dall’ospedale.

E sarebbe disposto anche a cercare qualche ditta che ci regali un ecografo.

Wow! C’è da pregare perché vada tutto in porto!

5:15 pm

Lara

Oggi pomeriggio ho visto Lara, una ragazza di Pegli, della parrocchia di Sant’Antonio. È molto in gamba, è laureanda in ingegneria, e parla oltre all’italiano anche l’inglese e il tedesco.

Vorrebbe venire al Guaricano tra due mesi, si occuperebbe di dare lezioni extra di inglese (quasi come fosse di madrelingua) ai ragazzi della scuola.

E forse potrebbe anche darmi una mano a organizzare il database dei prestiti. Wow!

10:30 pm

Visita a Geo

A Geo di Ceranesi c’è da poco parroco don Chicco, che è venuto varie volte in missione, che si è inventato il gruppo degli Amici del Guaricano, e che ora a Geo sta lavorando per venire con un gruppetto di giovani e adulti.

Mi ha chiamato per andare a raccontare qualcosa. Era una serata bella fredda, ma sono venute una trentina di persone.

Tra di loro due signore di mezz’età, una è una brava infermiera e l’altra fa bene da mangiare. Tutt’e due vorrebbero venire a passarsi là per lo meno un mesetto.

Sono cose belle, che riempiono di speranza.

Grazie, Signore

8:12 pm

don Nicolò

Don Nicolò mi ha telefonato oggi pomeriggio, ha idea di raccogliere un gruppo di giovani del D’Oria per portarseli a Santo Domingo.

Mi chiedeva se si poteva, gli ho detto che non deve neppure chiedermelo, solo organizzare, e cercare di selezionare i giovani, per evitare di portare persone che non vengano da un’esperienza di fede solida.

Bene, un’altro gruppo per quest’estate! Dovrebbero venire a luglio. E poi, ad agosto, don Chicco con la sua gente di Geo.

Che bello!

5:20 pm

Le foto di Roma

Nella visita a Roma ho fatto un centinaio di foto. Mi sono entusiasmato quando mi è venuto in mente che posso farle vedere al personale della scuola, e forse anche ai ministri ed ad altri gruppi, per fare un po’ di catechesi sul papa, sulla storia del cristianesimo, e sull’arte.

Mi immagino già i volti pieni di stupore e meraviglia. L’Italia è bella e Roma ancora di più, e voglio che se ne rendano conto anche a Santo Domingo!

In visita a Roma con il Vescovo e i preti giovani di Genova, sono riuscito a ricordarmi dei ragazzi della mia parrocchia del Guaricano: ho comprato per loro dei rosari con l’immagine del papa.

Se l’aspettano, o meglio, ci sperano, che non gli arrivi a mani vuote.

L’unica cosa è che avrei dovuto comprare tutto il negozio, perché so che più cosette porto, più verranno altri a chiedermi la loro. Ne ho comprate cento, sono più o meno il numero degli adolescenti e giovani attivi

Vi saprò dire!

Stasera sono stato a cena da Clelia e Nanni, una coppia mezza giovane di Pegli, tutti e due baby pensionati. Sono due persone molto generose, e hanno, soprattutto Clelia, una vita di fede molto bella, maturata a partire dalla loro famiglia di origine e rivitalizzata attraverso il Cursillo di Cristianità.

Sono andato a cena da loro con Paola, e dopo cena sono arrivate varie altre persone, di Pegli e non. Io e Paola abbiamo raccontato qualcosa sul lavoro della missione, aiutandoci con le foto che ho portato dal Guaricano.

Clelia e Nanni stanno pensando se venire, almeno uno dei due, a fare un periodo di volontariato in missione. E la cosa bella è che anche la Angela B., altra mia ex parrocchiana di Pegli, che è infermiera e single, potrebbe forse farci un pensiero. Per non parlare di un’altra coppia legata al cursillo.

Insomma, è stata una serata interessante, piena di entusiasmo.

Adesso dobbiamo accompagnare questi fratelli e sorelle con la preghiera, magari si lasciano innamorare dal Signore e si lanciano!

Approfitto di qualche settimana di vacanza a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere in quest’anno, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, ognuno da casa sua, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

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Una cosa molto bella che abbiamo vissuto è stata la presenza con noi di Paola Longhi, una sorella di Quinto che per la seconda volta è venuta a passare qualche mese con noi. Paola è stata per noi un dono grande, con la sua femminilità laica, che si è integrata molto bene nella comunità della Missione.

Paola si è integrata nel lavoro della nostra scuola, aiutando la direzione e lo psicologo a trattare un caso abbastanza difficile: una bambina che subiva violenze sessuali in casa da parte del patrigno. La mamma dipendeva economicamente dal marito, e per questo non aveva il coraggio di far uscire alla luce la situazione. Il problema si è manifestato perché la bambina ha cominciato a rinchiudersi in un mutismo preoccupante, e a scuola se ne sono resi conto. Lo psicologo ha parlato con la bambina, ma senza troppi risultati. Così del caso si sono fatti carico Paola, lo stesso psicologo, e la vice direttrice. Hanno portato avanti una serie di riunioni, prima con la madre, poi con il marito della donna. Per Paola è stata un’esperienza significativa, che le ha permesso di entrare in contatto con la vita concreta di una famiglia, e di dare il suo contributo di esperienza.

Ma l’esperienza di Paola si è vista soprattutto nel lancio del gruppo di auto-aiuto. Il lavoro ormai decennale che Paola realizza a Genova con genitori di tossicodipendenti, con malati di cancro e altre persone che vivono situazioni difficili si è concretizzato anche nel tessuto della Missione. Riunendo una decina di uomini e donne, Paola li ha accompagnati in modo che possano a loro volta aiutare altri con questo tipo di cammino. L’esiguità del tempo a disposizione ha lasciato il discorso aperto, e chiediamo al Signore che Paola possa tornare e portare avanti questo lavoro.

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Nella scuola e nella parrocchia Santa Margarita abbiamo invece vissuto una situazione di prova. Una maestra che lavorava come direttrice docente della scuola serale già da tempo aveva difficoltà a vivere una collaborazione serena con il sottoscritto e con il resto dei collaboratori. La cosa si manifestava periodicamente in atti di disobbedienza su cose importanti, in conflitti con membri della Associazione di Genitori, in parole violente verso gli studenti e altre persone.

La situazione, analizzata in ripetute occasioni con il Consiglio Pastorale della Parrocchia, era arrivata a un punto tale che si è dovuto decidere l’allontanamento della direttrice. Pur avendo cercato i momenti e le forme migliori per comunicarle la decisione, il risultato è stato che ella si è risentita fortemente. In presenza del sottoscritto, e anche in presenza dei maestri che lavoravano con lei si è espressa varie volte con foga e anche con rabbia, lamentandosi di essere stata calpestata e trattata a pesci in faccia. La cosa è uscita pure in una riunione di direttori della zona didattica. La situazione è evoluta in maniera peggiore del dovuto per il marito, che era del gruppo dei maestri della scuola serale, e che naturalmente le ha dato man forte. Inoltre tutti i maestri della scuola serale si sono schierati con lei, e tre di essi, tutti evangelici, se ne sono voluti andare dalla scuola. La prova è continuata quando si è scelto il sostituto, perché al non scegliere uno dei maestri suoi collaboratori, gli stessi si sono ulteriormente risentiti. La nuova direttrice, che fa la maestra nel turno del pomeriggio, si è trovata a dover gestire una situazione incandescente, che solo adesso, dopo quattro mesi, sta cominciando ad assumere i toni della normalità.

Questa situazione si è potuta gestire grazie alla compattezza della Parrocchia e dell’Associazione dei Genitori della Scuola, che condividevano e vedevano chiaramente la necessità del cambio. E per me è stato importante anche sapere della preghiera di tanti fratelli e sorelle, al di là dell’Oceano, nella Chiesa che mi ha inviato.

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Continuando a parlare della scuola, nel Liceo questo è stato l’anno dell’informatica. Già si impartiva la materia, prevista dai programmi ministeriali, ma solo in maniera teorica, per la mancanza di un laboratorio. Grazie al Signore, abbiamo avuto questo e altro. Come?

  • Un locale che prima usavo come mio ufficio si è ampliato ed ha potuto alloggiare 13 computer. Sfruttando una tecnologia server-cliente su piattaforma Linux si è potuto realizzare un laboratorio economico ma tecnologicamente all’avanguardia. L’uso di Linux invece di Windows ci ha evitato i costi esorbitanti delle licenze software. E per le macchine clienti non ci sarà bisogno di aggiornarne l’hardware periodicamente, perché si collegano al server, e i programmi girano su quello.
    La presenza di questo laboratorio, anche se limitato (le classi sono di 30 alunni), ha permesso di dare il complemento pratico necessario. Anzi, durante l’estate si è cominciato a tutta birra con un corso accelerato, che hanno frequentato una trentina di ragazzi.
  • La seconda realizzazione è stato il corso di amministratore di sistema. Il Signore mi ha fatto incontrare un ex professore universitario che ha messo su una fondazione per la promozione del software libero. Costui ci ha offerto la possibilità di un corso base di informatica avanzata per trenta studenti della scuola. La cosa bella è che gli studenti hanno accolto con entusiasmo la cosa, soprattutto perché dal dialogo con il professore è emerso che saranno concrete le possibilità di lavoro. I genitori, dal canto loro, sono più che contenti, considerando anche che il corso costerà alle famiglie 150 pesos settimanali (quattro euro) compresi gli spostamenti, quando altri corsi che si trovano in giro costano qualcosa come 500 pesos mensili solo per il corso.

Tutto questo mi riempie di gioia, perché significa opportunità per i nostri ragazzi di inserirsi meglio nel mondo del lavoro e nell’università. Al tempo stesso, ci spinge a mettere ancora più impegno nel dare spessore umano e cristiano al cammino formativo del Centro Educativo.

A questo riguardo, tutti gli anni, in Quaresima facciamo dei momenti di ritiro spirituale per gli studenti: a gruppi di 60, andiamo in una casa molto adatta, e lì cerchiamo di far scoprire ai ragazzi la bellezza del cammino di fede nella chiesa. Non è facile, perché solo una piccola parte dei nostri studenti vengono a Messa. Al tempo stesso è meno difficile di quello che sarebbe qui, perché nella cultura dominicana la religiosità è vista con interesse e non con sospetto come in Italia. E in questi ritiri si risolvono anche tanti conflitti tra studenti della stessa classe, alcuni ragazzi cominciano ad avvicinarsi ai gruppi giovanili della parrocchia, e a giudizio unanime dei professori l’impegno nelle lezioni diventa maggiore.

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Per finire con la scuola, in quest’estate che è passata abbiamo potuto realizzare la terminazione di un pezzo di edificio che era rimasto inconcluso: mancava una parte di intonaco, e il tetto era rimasto indeterminato, nel senso che bisognava decidere se si lasciava come era o si aggiungeva un altro piano. Alla fine abbiamo optato per la seconda soluzione, ma realizzando una struttura leggera in travi di acciaio perché il cemento armato non offriva le adeguate garanzie per la sicurezza dell’edificio.

Ne è venuto fuori una terminazione inconsueta, forse, ma funzionale. Il costo: attorno ai 100.000 dollari. Qui sono venute bene le varie offerte, che, silenziosamente ma in maniera costante, molti di voi hanno inviato. Quando l’ingegnere mi aveva dato il preventivo, con tutti i dettagli dei costi, all’inizio mi ero spaventato, ma alla fine mi sono detto: valeva la pena. Adesso, a lavoro concluso, con spazi in più a disposizione, e con un’aula in più che ci ha permesso di iscrivere più bambini, il mio cuore ringrazia solo il Signore. E, naturalmente, anche ognuno di voi, che siete stati suo strumento per quest’opera meravigliosa.

Adesso, se il Signore ci aiuta, per l’estate prossima si pensa di aggiungere un piano all’altro edificio. Lì alloggeremo il Laboratorio di Informatica della scuola primaria, in maniera che già dalla quinta possano cominciare a prendere dimestichezza con i computer. Oltre a ciò, alloggerà un’aula per l’educazione artistica ed una sala per la biblioteca. Il preventivo dovrebbe essere sui 90.000 dollari, una parte dei quali speriamo di riceverli dalla Regione Liguria. E sono sicuro che la Provvidenza non ci farà mancare il resto.

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La Parrocchia di Santiago el Menor ha vissuto un momento speciale quando sono stati inaugurati i lavori di rimodellazione della chiesa. Don Franco si è fatto in quattro perché tutto rimanesse perfetto, e bisogna dire che c’è riuscito. Il cardinale di Santo Domingo, venuto per l’inaugurazione, ha detto di trovarsi nella “Basilica del Guaricano”. I lavori hanno compreso la costruzione del nuovo presbiterio, l’allargamento della navata, l’intonacatura di una parete mezza nascosta, e la plafoniera che ha finalmente nascosto il tetto in lamiera. Oltre a questo, la parte esterna è stata rimodellata completamente, e resa bella dallo studio architettonico realizzato da una sorella architetta.

La gente è orgogliosa, e finalmente sente di avere una vera chiesa. Un locale più accogliente è segno di una chiesa-comunità più aperta. La domenica seguente all’inaugurazione, don Franco pensava di vedere spazi vuoti in chiesa. Invece, il nuovo spazio in più ha subito trovato chi lo riempisse. Ed è vero che a volte la gente non viene a Messa perché non sa dove sedersi! A don Franco vanno i complimenti di tutti noi!

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La parrocchia di Santa Margarita sta vivendo un momento molto bello, con due uomini sposati che si stanno preparando per essere ordinati diaconi. Marcial e Juan Luis hanno cominciato l’ultimo anno degli studi teologici (sono tre in tutto). Hanno ricevuto il ministero del lettorato, e in questi giorni, purtroppo me lo perdo, il ministero dell’accolitato. Tutta la parrocchia si sente con una gioia grande, perché vede l’opera di Dio nella crescita di questi fratelli.

Per loro la preparazione al diaconato significa un impegno forte per vivere la chiesa e il servizio pieno e disinteressato in essa. Per Marcial l’ordinazione sarà, a Dio piacendo, nel giugno prossimo, mentre Juan Luis farà prima un anno di più intensa pratica pastorale. Questi frutti sono la cosa più bella, più ancora che tante opere di ingegneria, perché è lo stesso Spirito Santo che suscita nei cuori la generosità e la voglia di servire.

Alla celebrazione del lettorato c’era anche suor Cristina. Cristina è un altro frutto dell’evangelizzazione che con l’aiuto del Signore si realizza nella Missione. Tre anni fa aveva iniziato la formazione religiosa nella casa madre delle nostre suore Brignoline, e il 18 Aprile, in Guaricano, ha emesso i primi voti, nelle mani della madre generale suor Daniela, e con la presenza del vescovo ausiliare di Santo Domingo, mons. Amancio Escapa. Anche questo evento è stato un dono specialissimo per la nostra comunità missionaria. L’arrivo di suor Cristina in comunità ha reso più leggera la partenza di suor Roberta, chiamata dalla congregazione ad altro servizio.

E le cose belle non sono finite, perché quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di un nuovo giovane della parrocchia al Seminario Minore. Miguel Angel si è aggiunto a Heriberto e Willy, che già erano entrati l’anno scorso. Il Signore mi fa il regalo grande di vedere sbocciare queste vocazioni. Sono solo all’inizio, e dovranno passare molte prove, però sono comunque segno del Signore Gesù che è vivo e continua ad affascinare giovani perché si mettano al suo servizio!

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Ma l’avvenimento principale di quest’anno è stata senz’altro la visita del Cardinal Bertone. Ai primi di settembre è venuto a visitare la Missione, e si è fermato con noi dieci giorni. Sono stati giorni di grazia, anzitutto perché la nostra piccola vita comunitaria è stata arricchita dalla presenza affabile e umana del nostro pastore e di don Stefano, il suo segretario. Ma anche perché le comunità parrocchiali hanno potuto incontrare colui che ha inviato noi preti. Gli incontri nelle parrocchie sono stati momenti di sentire ecclesiale grande. La gente del Guaricano si è sentita amata dalla chiesa genovese!

Il cardinal Bertone ha potuto incontrare anche il presbiterio di Santo Domingo. Non ho potuto essere presente quel giorno a causa di un malessere: ma pochi giorni dopo vari preti dominicani, vedendomi, hanno voluto… farmi i complimenti, per la ricchezza umana e pastorale che hanno visto nel nostro vescovo. Con lui siamo anche stati a pranzo dal cardinale di Santo Domingo e dal Nunzio. Al tempo stesso il cardinal Bertone non si è tirato indietro quando si è trattato di visitare i villaggi e di andare nei settori dove le strade sono ancora di fango. Per tutti ha avuto una parola di affetto e di incoraggiamento.

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La visita del nostro arcivescovo è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione. Dal dialogo è emersa la realtà dell’opera della Missione, che ormai ha “dissodato” bene il terreno. Se quando la Missione è arrivata al Guaricano le cose erano agli inizi, adesso ci sono tre parrocchie, un Centro Educativo e un Dispensario Medico che funzionano a pieno ritmo.

Il cardinale ha visto che è ormai il tempo di lasciare camminare il bambino senza sorreggerlo per le braccia. Così le due parrocchie di Santiago el Menor e di Nuestra Señora del Amparo sono state consegnate all’Arcivescovo di Santo Domingo per essere portate avanti dal clero secolare. È stato un momento non facile, per don Franco che ha passato le consegne, e anche per le due parrocchie, che non possono dimenticare i dodici anni camminati con al fianco la chiesa genovese. Ciononostante, la serenità del trapasso ha reso meno pesante il cambio, e il nuovo parroco, il padre dominicano Federico Marcial, che tra le altre cose parla perfettamente l’italiano perché ha studiato per tre anni a Roma, ha iniziato con gioia il suo ministero.

Don Franco, da parte sua, ha effettuato un forte lavoro di programmazione e preparazione delle attività dei prossimi mesi, in maniera che la transizione fosse la più delicata possibile. E il padre Federico, riconoscente, ha potuto rendersi conto di questo ultimo gesto di generosità ricevuto da Genova. A fine novembre don Franco è partito per Genova. I suoi tre anni sono stati fruttuosi: un giovane è entrato in seminario, è stata fatta nascere l’esperienza dei Ritiri di Evangelizzazione già ben collaudata in Santa Margarita, ed è stato notevole l’impulso dato a tutte le attività parrocchiali, soprattutto a quelle giovanili.

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La visita del card. Bertone ha permesso di delineare anche i progetti futuri: come far fruttare al meglio le offerte che da tante persone generose arrivano alla missione, in maniera libera o come adozioni a distanza?

Oltre al lavoro che già si sta portando avanti, con il Consultorio Medico e il Centro di Nutrizione per Bambini Poveri e Denutriti, il card. ci ha indicato un’altra direttrice importante: cominciare a costruire la nuova chiesa di Santa Margarita. Questa parrocchia ha già una tettoia, peraltro abbastanza funzionale. Però c’è un terreno nuovo, donato già due anni fa da una banca dominicana, con la finalità di costruire una chiesa nella parte più bassa della parrocchia. Per la gente la notizia di questo nuovo e forte impegno della chiesa genovese è stata accolta con l’entusiasmo più grande, perché la presenza di una chiesa, con i suoi locali parrocchiali, significa possibilità nuova per la pastorale e per la carità.

I lavori della chiesa nuova saranno affiancati dall’ampliamento della zona dove si trova l’attuale centro parrocchiale: un terreno al lato della tettoia che vi dicevo è estremamente necessario perché la vita parrocchiale continui ad avere un respiro, e stiamo cercando di comprarlo. Per questo vi chiedo soprattutto una preghiera, in modo che le trattative ci conducano a condizioni che ci permettano di realizzare l’acquisto.

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La visita del card. Bertone ha visto anche l’inaugurazione consultorio nuovo. I lavori di costruzione della nuova struttura sono durati quasi un anno. Abbiamo abbandonato i vecchi locali attigui alla parrocchia di Santa Margarita, e sono stati costruiti i nuovi nel giardino della casa. Chi è stato ed ha visto si è reso conto che la nuova struttura è funzionale, ampia ed aperta a progetti futuri.

Ebbene, il 9 Settembre ha visto, oltre al nostro arcivescovo, anche la presenza del card. López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo, e dell’Ambasciatore Italiano, dott. Giorgio Sfara. Molta gente è intervenuta al solenne atto di inaugurazione, per la gioia di noi preti e delle nostre suore, che lavorano in prima persona nel dispensario.

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Ma il 2004 era anche l’Anno dell’Acqua. Già dalla metà del 2003 in diocesi si era pensato di celebrarlo con la realizzazione di varie opere legate all’acqua nei vari continenti. Per l’America, sarebbe stato portare l’acqua a un piccolo villaggio di 250 famiglie, Duquesa, situato sul limite della parrocchia Santa Margarita.

Don Lorenzo si è messo con molto amore dietro alla realizzazione di questo progetto. Una prima idea di realizzare un pozzo profondo con una pompa per tirare su l’acqua è stato abbandonato per la concomitanza del deposito della spazzatura della capitale. Così si è valorizzato un acquedotto che fino a qualche anno fa portava l’acqua alla piccola comunità, ma che da parecchio tempo non è più in funzione per la rottura dei tubi.

Così, sotto la guida di don Lorenzo, si è realizzata una cisterna di più di 20 metri cubici, nella quale si accumula l’acqua che, intermittentemente, arriva dai vecchi tubi. Da lì, una potente pompa elettrica manda l’acqua verso Duquesa, che è situata su un piccolo altopiano, e che risulta circa 20 metri più in alto del punto dove arrivavano i tubi. Arrivando dentro al villaggio, alcuni rubinetti posti in punti strategici consentono alla gente di rifornirsi dell’acqua necessaria per bere, lavare e lavarsi. La gente della comunità ha aiutato negli scavi, nella messa in posa dei tubi, nella costruzione della cisterna. Cosicché all’impegno della chiesa genovese è corrisposto un impegno anche della comunità locale. Varie persone hanno lavorato vari giorni gratuitamente. Sono gli aspetti belli, che la vostra carità, e le offerte che moltissimi hanno mandato per questo scopo, rende possibili!

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Manca solo una cosa di cui parlare: la nuova ambulanza! Qualche anno fa, una generosa benefattrice ha mandato una somma ingente, perché la Missione si dotasse di un’ambulanza. La cosa è stata realizzata adagio adagio. Non è stato facile individuare il veicolo adatto, comprarlo, adattarlo. Don Lorenzo ha sudato sangue perché tutto fosse fatto bene. Purtroppo non ho foto, ma posso dirvi solo una cosa. L’ambulanza, non ancora inaugurata, ha fatto già due servizi, e Lorenzo ne è stato l’autista.

I prossimi passi da fare sono quelli per formare la comunità dei volontari: autisti, semi-infermieri, telefonisti, ecc. Grazie a Dio si è fatta avanti una associazione che raggruppa vari giovani del Guaricano, con desiderio di dare una mano. Le cose sono in via di definizione, e con l’aiuto di Dio e la vostra preghiera presto l’ambulanza sarà un servizio disponibile per tutti!

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Vi ho parlato poco delle suore. Attualmente sono in quattro.

Suor Modesta è adessa la più vecchia di permanenza nella missione: è arrivata sei anni fa insieme a me e a don Lorenzo. Svolge il suo lavoro nella scuola, insegnando religione nel turno del mattino. Lavora parecchio anche in casa, soprattutto facendo la grande spesa settimanale per la comunità. Inoltre porta avanti il Circolo Vocazionale della Parrocchia, e accompagna vari gruppi di giovani. Suor Modesta è così un punto di riferimento bello della vita di Santa Margarita.

Suor Blessila, in missione da tre anni, è arrivata insieme a Franco. Infermiera professionale, svolge la sua attività nel Dispensario Medico, dove passa le mattinate nella Farmacia e a contatto con il personale medico e paramedico. Silenziosa, lavoratrice, con i suoi scherzi rallegra la vita di casa.

Suor Cristina: di lei già vi ho detto che in aprile è arrivata e ha fatto la sua prima professione religiosa. I tre anni di formazione in Italia l’hanno irrobustita nella preparazione teologica, e la giovane età le rende facile dare la sua testimonianza di amore al Signore e di consacrazione a lui. Attualmente si dedica soprattutto allo studio della pedagogia nell’Università Cattolica di Santo Domingo, dove si prepara per il futuro lavoro nella nostra scuola.

Ultima arrivata, suor Serafina è una donna matura. Indiana, del Kerala (India) come Modesta e Blessila, porta la sua esperienza e la sua preparazione come infermiera. Svolge la funzione di superiora della comunità, e lavora nel Consultorio insieme a suor Blessila. Finora ha un po’ di difficoltà con la lingua (da pochi mesi è arrivata direttamente dall’India), ma la buona volontà è tanta e non tarderà a capire e farsi capire dai dominicani.

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Volevo fare un piccolo resoconto, mi è venuto più lungo del previsto. Ve ne chiedo scusa. Ma sento che in questa maniera mi comincio a “sdebitare” con tanti fratelli e sorelle che hanno sentito come propria, perché di tutta la comunità diocesana genovese, la Missione del Guaricano.

Come avete potuto leggere, l’amore di Dio mette le ali alla carità. Dove dei cuori amano insieme a Cristo, sbocciano i fiori e nascono i miracoli. Quando l’evangelizzazione accompagna la promozione umana, i cuori si aprono a Cristo e le famiglie e le persone guariscono da cancrene pericolose. Gesù è l’unica salvezza, e con il vostro aiuto ci sforziamo di portarlo a tutti. Sappiamo che anche voi, nella nostra amata Genova, vi sentite impegnati per realizzare questo compito meraviglioso. Con l’aiuto di Dio, tutti cerchiamo di portare avanti quest’opera, certi delle parole di Gesù: “Andate e annunciate il Vangelo a ogni creatura. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,16).

Grazie! Grazie di cuore, a tutti!