Auguri mamma e papà: oggi festeggiate 47 anni di matrimonio!
Grazie per esservi sposati! Grazie per avermi dato la vita e avermi fatto crescere nell’amore di Dio!
Auguri mamma e papà: oggi festeggiate 47 anni di matrimonio!
Grazie per esservi sposati! Grazie per avermi dato la vita e avermi fatto crescere nell’amore di Dio!
Stamattina l’abbiamo cominciato molto tardi (dopo le 10). Io non c’ero perché dovevo risolvere il problema dei professori che ancora non avevano ricevuto il loro assegno. E in più Teófilo, che dava il ritiro, è rimasto intapponato in città.
Comunque l’impatto è stato buono, grazie al Signore!
Oggi pomeriggio continuiamo!
Margarita, la ex direttore della nostra scuola serale, sta cominciando ad avere problemi con le nuove autorità. Il fatto che sia stata cambiata di scuola nella transizione di governo ha insospettito la gente che stavano pagando gli assegni e non le hanno voluto pagare.
Ho dormito due ore, dall’una alle tre. Mi sono sentito proprio bene!
Niente Messa al campo, oggi pomeriggio. Turno di riposo perché è la quinta domenica del mese.
Starà con noi da sabato 5 al lunedì 13 di settembre. È una gioia grande ricevere la visita del nostro pastore, e anche la gente lo sta aspettando contenta.
È la prima volta che ci visita qui nella missione, cercheremo di aiutarlo a incontrare le realtà che portiamo avanti e le persone con le quali lavoriamo.
Approfitteremo anche per inaugurare la nuova struttura del consultorio, con la presenza (speriamo) del nunzio apostolico e del cardinale di Santo Domingo.
In parrocchia mi sono deciso a mettere una segretaria anche per il sabato. Mi risolve il problema che molti sabati ho degli impegni fuori parrocchia, e la parrocchia rimaneva senza nessuno che la custodisse.
Senza contare che il sabato c’è spesso da fare fotocopie, e ci sono lavori di routine che questa segretaria mi può fare.
Il fatto di poterla avere è un nuovo dono del Signore!
È da una settimana che arrivo a sera che sono stanchissimo. Dopo cena non ho voglia di fare niente.
Ho paura di avere di nuovo un parassita. Lunedì mi faccio l’esame.
Purtroppo oggi il governo ha pagato a tutto il personale di educazione. Il purtroppo si riferisce al fatto che hanno pagato a tutti i maestri bidelli ecc. uno per uno personalmente.
Come hanno fatto? Hanno convocato a tutto il personale del distretto (circa 50 scuole, per un totale di un migliaio di persone) in una scuola centrale, e hanno mandato due persone (sì, due!) a pagarli uno per uno.
Risultato: i tecnici che avrebbero pagato sono arrivati alle 10, e alle 7 di sera (senza nessuna pausa) avevano pagato sì o no due terzi del personale.
E l’altro terzo? una parte se ne sono andati scoraggiati, e gli altri sono rimasti fino alla fine. Alle 7 e mezza uno dei due tecnici ha decretato lo stop, per il pericolo che rappresentava un’operazione tanto delicata a realizzarla di sera. In reazione a questa decisione, una parte dei presenti ha cominciato a fare casino muovendo rumosoramente le sedie, altri sono andati alla porta e l’hanno chiusa accatastando mobili davanti a essa.
Io ho pensato bene andarmene, perché comunque ci si rendeva conto che non avrebbero continuato.
Quello che mi ha colpito più di tutto è stata la disorganizzazione: quelli che pagavano non erano in grado di ragionare e di pensare un metodo un po’ furbo per agilizzare le cose. In media a pagare una persona ci mettevano due minuti. Hanno chiesto a me e a qualche altro direttore che è del loro partito di aiutarli, e mi sono reso conto che si poteva fare molto più alla svelta. Ho anche cercato di spiegare il come a qualchedunaltro, ma senza successo. D’altronde la bolgia era grande, e attorno ai tavoli dove pagavamo c’erano ammontonate almeno30 persone per tavolo. Ho anche potuto gustare l’odore del sudore di parecchie persone!
Ho avuto la piccola soddisfazione di pagare alla tecnica distrettale che pagava me, e anche di pagare alla direttrice distrettale uscente. La quale non ha perso l’occasione di questa giornata triste per far conoscere la sua maleducazione: a un certo punto si è messa a dire a voce alta che quello che si faceva era una presa in giro, che quello era tutto meno il progresso tanto reclamizzato (il PLD ha fatto la campagna elettorale all’insegna del “torna il progresso”), che erano tutti buffoni, ecc. Triste, realmente, ancora di più della disorganizzazione con cui hanno mandato a consegnare i nostri assegni.
Alla fine della giornata mi sono rimasti 8 maestri che non sono stati pagati, e dovranno aspettare lunedì. La loro triste sorte è dovuta al fatto che i loro assegni escono in un’altra scuola, e non siamo riusciti a convincere quelli che pagavano che si potevano consegnare questi assegni senza nessun rischio di frode.
Alle 8 di sera sono arrivato a casa. Una meritata cena mi aspettava.
Una bella notizia: un’agenzia dell’ONU, la United Nations Development Programme (UNDP), ha varato un’iniziativa che si chiama International Open Source Network (IOSN), con lo scopo di promuovere l’uso del software libero e con codice sorgente aperto (Free and Open Source, FOSS).
Ci si è resi conto che il software libero rappresenta una opportunità perché i paesi in via di sviluppo destinino a progetti più importanti i soldi che dovrebbero destinare alle licenze software.
Un’applauso per l’ONU!
Visto che c’è già il nuovo governo, fanno il primo pagamento degli stipendi in una forma che permetta loro scoprire le frodi, tipo assegni di morti che continuano a essere emessi.
Così ci hanno convocato tutte le 50 scuole del distretto per l’una di pomeriggio.
Alle 3 non si era ancora visto nessuno di quelli che avrebbero dovuto pagare. Nel frattempo la bolgia cominciava a crescere: circa 1,000 tra professori, bidelli, ecc, tutti nel recinto della scuola.
Finalmente, alle 4 la notizia: il pagamento degli stipendi sarà domani.
Speriamo bene…
Clara è un’animatrice di comunità, e l’altro ieri sera le hanno ucciso l’ultimo figlio. Dico l’ultimo perché ne ha avuto tre, due maschi e una femmina.
Il primo maschio, Richard, le è morto di AIDS due anni fa. Gliel’ha contagiata una donna che, quando ha scoperto di averla, ha fatto in modo di accoppiarsi con più uomini possibile apposta per contagiarli.
La seconda, Yohanna, è morta di parto un anno fa. Era alla fine della gravidanza. Nel pomeriggio stava parecchio male, e non si sa perché la madre (vivevano insieme) non l’ha fatta vedere da un medico. A mezzanotte la crisi, la corsa verso l’opedale, dove Yohanna è arrivata morta.
E ora il terzo il più piccolo. Era abituato che tutte le domeniche andava a trovare la nonna a Los Cazabes, il campo dall’altra parte della Jacobo Majluta. Al ritorno, alle 9 di sera, lo accompagnavano sulla moto due cugini, uno dei quali è poliziotto, che andavano con lui perché non gli succedesse niente. Invece è successo: in una curva è sbucato un uomo con una pistola dicendo che era poliziotto, e in men che non si dica ha sparato un colpo che ha trapassato l’intestino del ragazzo e ha ferito l’altro. Il cugino poliziotto ha risposto al fuoco e ha abbattuto il malvivente, ma ormai era troppo tardi. Il ragazzo sarebbe morto poche ore dopo all’ospedale, dopo un intervento urgente che non ha potuto salvarlo.
Ho visto oggi, Clara, la madre. Nel dolore, una serenità che viene dalla fede. Mi ha detto: “Sono nella situazione di Giobbe che gli erano morti tutti i figli. Con lui voglio dire: Il Signore me li ha dati, il Signore me li ha tolti, sia benedetto il nome del Signore”.
Una settimana fa era morta anche la nuora di Clara, la moglie di Richard. Lascia una bambina di 10 anni, della quale si occupa la stessa Clara da prima che Richard morisse.
Domani riceveranno il corpo, che attualmente è ancora in attesa dell’autopsia. Dopo il funerale, i 9 giorni di lutto con la celebrazione in casa tutti i pomeriggi.
A scuola stanno lavorando sulla planificazione delle attività di Centro, cercando di tradurre in iniziative pratiche i propositi formulati ieri.
I lavori stanno avanzando, gli ingegneri mi promettono che per il primo di settembre le aule saranno pronte per essere usate.
Finalmente ho installato anche a scuola il programma per generare gli orari.
Domani lo mettiamo a funzionare.
Se tutto va bene con due ore di lavoro risolviamo tutto
A farlo a mano ci vuole una settimana intensa di due persone!
Grazie, Signore, anche per la tecnologia e per il software che la gente produce e mette a disposizione!
Oggi ho dovuto preparare tre materiali per la pastorale:
Grazie al riciclaggio di parti lavorate precedentemente ci ho messo in tutto circa un’ora.
Se avessi dovuto farlo senza il materiale ben archiviato al suo posto ben in ordine sul computer ci avrei messo il triplo.
Essere ordinati è una fatica ma a lungo termine paga!
Non posso che essere soddisfatto di quello che il Signore mi fa vivere.
A scuola continua il clima molto bello.
In parrocchia c’è parecchio entusiasmo. In questa settimana cominciamo la preparazione del Ritiro di Evangelizzazione, e si sente nell’aria che ci sarà parecchia gente!
In casa pure siamo abbanstanza sereni. La presenza di Paola è, pur sentendo la mancanza di Francesco, molto positiva e equilibrante.
L’abbiamo fatta, c’erano l’80% del complesso dei missionari e oranti.
Unica mancanza significativa: Juana, la responsabile del settore Betania.
Abbiamo lavorato settore per settore: voglio dire che si sono divisi in gruppi secondo i settori, con il responsabile di settore alla testa del suo gruppo. Ho visto che di 8 responsabili di settore che c’erano, 6 hanno i numeri in regola per portare avanti e dirigere bene, intelligentemente e in maniera rispettosa un momento di gruppo. Anche questa è stata una soddisfazione per me!
La valutazione che si è fatta della missione è stata globalmente positiva. C’è stata franchezza anche nel riconoscere i piccoli o medi sbagli.
Hanno chiesto anche a me, e ho detto la mis contentezza per il lavoro fatto. Ho dovuto fare autocritica (molto apprezzata) su una decisiono sbagliata che aveva creato un po’ di malcontento.
Trovandoci con tanta gente, abbiamo approfittato anche per fare un po’ di propaganda alla scuola serale (moltissimi dei presenti non hanno finito la scuola primaria), spero che la gente si lasci venire la voglia di rimettersi a studiare!
Stasera ho potuto parlare con il cuore aperto con tre dei quattro maestri che ci sono rimasti nella scuola serale. Due di loro in questi giorni si sono dimostrate abbastanza ostili alla nuova direttrice, Germania.
Ho chiesto loro il favore di accoglierla con amore, e mi hanno detto di sì. Grazie, Signore!
Un’altra maestra della scuola serale, a quanto sembra, vuole andarsene.
La cosa buffa, o triste, è che non mi ha detto niente, e quatta quatta si è fatta muovere a un’altra scuola. Anzi, mi ha fatto sempre credere che lei non se ne sarebbe andata.
Anche lei è evangelica.
A volte uno si domanda se certe persone non è meglio perderle…
Oggi abbiamo fatto la verifica dell’anno scorso.
Usando la tecnica del FODA, sono uscite molti punti forti, mi sono stupito e mi ha dato una gioia intensa!
Abbiamo anche analizzato varie situazioni, come per esempio un portiere che lavora male e è arrivato a passare la mano alle bambine.
Abbiamo fatto la verifica degli incontri mensili di formazione con i genitori, e tutti i maestri si sono detti entusiasti e hanno espresso la necessità di continuarli.
Il tutto in un clima sereno, di pace, di rispetto grande!
Sono stato proprio contento! Il Signore mi ha fatto un regalo grande!
Domani tocca rivedere e attualizzare il Progetto di Centro della scuola.
La messa di ieri a Los Cazabes era ben piena di gente.
Gli animatori di lì mi dicono che è da dopo la missione. La gente si è lasciata chiamare dal Signore!
Da ieri sembra che le cose vadano un po’ meglio con la luce.
Sabato avevamo avuto luce dalla sera prima fino alle 7 di sera: 24 ore! In compenso sono state seguite da 24 ore di buio!
Ieri, domenica, la luce è arrivata alle 4 di pomeriggio e se n’è andata solo stamattina alle 7 e mezza. Per tornare mezz’ora fa, alle 12 e mezza.
I giornali dicono che la produzione di energia è adesso attorno al 70% della domanda. Speriamo che continui!
L’abbiamo cominciata stamattina con i maestri della scuola.
Sono uscite tante cose interessanti.
Abbiamo usato la tecnica del F.O.D.A. = Fortalezas, Oportunidades, Debilidades, Amenazas (Punti forti, opportunità, debolezze, minacce), e all’analisi è seguita una serie di suggerimenti che, si spera, ci aiuteranno a lavorare meglio.
La cosa che più mi ha colpito è che abbiamo trovato tante veramente tanti punti forti nel nostro lavoro!
Abbiamo fatto l’attività che vi avevo detto, ed è andata veramente bene!
Tutti i partecipanti (quasi nessuno mancava) hanno lavorato in maniera entusiasta, con voglia di superare i piccoli problemi che abbiamo, e con disponibilità a riorganizzare quello che va male.
Per esempio, abbiamo ormai preso coscienza che la nostra pastorale giovanile è una pastorale che raggiunge solo gli adolescenti e perde i giovani. Nei prossimi giorni cercheremo di concretizzare una risposta a questo problema.
Ho passato la giornata preparando materiale per i prossimi giorni: schede per l’inscrizione dei catechisti (sì, dei catechisti, sono più di 100 e devo in qualche maniera rendermi conti di chi sono e dove li metto a lavorare), e il programma di un incontro dei responsabili dei gruppi giovanili che sarà domani dalle 11 alle 6 di sera.
Inoltre abbiamo preparato il prossimo incontro del corso di preparazione al matrimonio… non ve l’avevo detto? ho un’equipe di 3 coppie che fanno il corso con me! Per fargli capire la maniera di lavorare gli ho fatto metà dell’incontro come se loro fossero le coppie che si sposeranno.
Il corso di ieri per i maestri era dedicato alle metodologie e alle tecniche per formare ai valori.
Risposta positiva da parte dei maestri, che hanno un desiderio vivo di imparare a costruire un mondo migliore!
Vari di loro sono venuti anche di pomeriggio, nonostante non toccasse loro.
Una famiglia sta vivendo un periodo molto particolare, perché forse hanno ritrovato una bambina che gli è stata rubata.
Sei anni fa, un mattino Yasely partoriva in ospedale. Stranamente, di pomeriggio la mandavano a casa. Vicino a lei c’era una signora, che lei non conosceva, che però si dava tanto da fare per lei, molto servizievole. Quando viene l’ora di andare a casa, si offre di accompagnarla, e visto che Yasely è debole, e ha anche sonno perché le hanno fatto un’iniezione di non so che, prende in braccio la bambina.
A metà strada, la donna sparisce con la bambina.
Quattro anni dopo, Yasely vede vicino a casa sua una bambina che assomiglia agli altri figli che nel frattempo ha avuto. Si informa, domanda, e scopre che sua mamma l’ha “adottata” (informalmente, come è comune qui) da quando era piccola. Yaseli va alla giustizia, e sembra che la cosa abbia un fondamento, perché la giudice ha stabilito che si faccia la prova del DNA sulla bambina.
Yasely sta cercando di raccogliere i soldi (l’equivalente di 400 euro), vuole sapere se la bambina è sua figlia.
Con l’aiuto del Signore, la faranno i giorni prossimi.
Finalmente!
Ho dovuto lottare con l’installazione di linux, ma alla fine ce l’ho fatta! Da lunedì la segretaria può cominciare a mettere gli studenti sul nuovo programma di gestione.
Il quale dovrebbe (spero) semplificarci molto la vita!
È sempre commovente vedere come il Signore opera con questa gente, povera, ma che sa che il Signore può guarirli.
Alla fine della messa 3 persone hanno ringraziato il Signore perché si sentivano decisamente meglio di prima della Messa.
Ce l’ha fatto un uomo che lavora con la Fondazione Istituzionalità e Giustizia.
I maestri sono rimasti molto contenti, anche se in realtà ci sono state date idee chiare ma poco correlate l’una all’altra.
Sembrava un pout-purri un po’ sconnesso, ma ha dato entusiasmo e voglia di mettersi a lavorare.
Di pomeriggio abbiamo anche avuto la presenza della prof. Maria, la quale aveva detto che non sarebbe venuta a nessuna di queste giornate: sembra che cominci a sciogliersi un po’…
Sto installando linux (dual boot) su uno dei pc della scuola, per poter gestire gli studenti con un programma gpl che si usa via navigatore. Sto usando il nuovo installatore debian, che promette essere più facile da usare del vecchio, e mi sembra che la cosa corrisponda alla realtà.
Comunque lascio il pc che possa funzionare, volendo, anche con windows, perché non so cosa vorrà fare chi verrà dopo di me…
Con i maestri della scuola abbiamo fatto l’incontro introduttivo, che è piaciuto tantissimo a tutti!
Non abbiamo fatto cose turche, abbiamo solo ascoltato alcune riflessioni sulla giustizia in Repubblica Dominicana e sulle prospettive di miglioramento, e poi abbiamo condiviso in gruppi.
Domani abbiamo un altro corso, questa volta su Diritti e Educazione. Si preannuncia interessante pure lui.
E poi venerdì un altro sul lavoro che come scuola possiamo fare con le famiglie degli studenti: altro bocconcino prelibato!
I maestri della scuola serale fanno le mezze biffe. Oggi avevamo il primo incontro, e ne è arrivato uno un’ora dopo.
Meglio tardi che mail, è vero: gli altri non si sono fatti vivi.
Tra l’altro due di loro si sono fatti spostare dalla mia scuola a un’altra di nascosto: che tristezza. Sono tutte due evangelici. Spiace che gli evangelici si vantino di essersi convertiti al Signore. Non è così facile come si può proclamare!
Stamattina prima riunione con i maestri della scuola: è stato piacevole, perché ognuno di noi ha raccontato come ha passato il mese di vacanze.
Di pomeriggio, lo stesso con i maestri del pomeriggio.
Poi alle 4 riunione con gli animatori di Comunità Ecclesiali di Base. Abbiamo condiviso soprattutto com’è andato la missione, e tutti si esprimevano dicendo la loro soddisfazione, e che è stata la migliore delle missioni che abbiamo fatto fino ad adesso, soprattutto per la presenza degli oranti, e per il fatto che i missionari hanno continuato le due settimane fino alla fine (in realtà dal primo giorno all’ultimo c’è stata una flessione totale del 20%, che è buono rispetto al 40-50% degli anni scorsi).
A continuazione, riunione con i responsabili di settore per una verifica un po’ più profonda della missione e per lasciare organizzate le case di preparazione al ritiro: per ogni settore ce ne saranno da un minimo di due a un massimo di 5!
Infine, alle 7, riunione con l’equipe del corso di preparazione al matrimonio, perché domani cominciamo con il corso.
Alle 8.15, cena, abbastanza stanco.
Stamattina ci vediamo con tutti i professori per cominciare il nuovo anno scolastico.
Faremo soprattutto un po’ di condivisione del periodo delle vacanze, e metteremo a punto gli ultimi dettagli di queste due settimane.
Sto mettendo a punto il nuovo sistema informatico per gestire gli studenti della scuola e del collegio.
È il Centre, un programma a sorgente aperto, mi sembra abbastanza completo e facile da usare.
Per il collegio è pronto, domani spiego a Kenia come usarlo. La prima cosa da fare è metterci dentro i nomi di tutti gli studenti.
Poi mi metterò a lavorare su quello per la Scuola. Devo installare linux (il debian) sul pc che ho nel mio ufficio a scuola, la segretaria accederà via ethernet.
Oggi è giorno di festa qui, e allora ci siamo permessi una gita a Altos de Chavón. Pensavamo che ci fosse il mare e la spiaggia, e invece è una cittadina costruita in stile… boh, non saprei che stile, ma è carina, tutta in pietra. La cosa più spettacolare è un anfiteatro capace di 5,000 persone.
Abbiamo approfittato però anche per fare un bagnetto in mare a Juan Dolio.
Per la strada non c’era traffico, né all’andata né al ritorno, grazie a Dio.
Autore: don Paolo
Non ci sono ancora commenti, aggiungi il tuo
Categorie:
Stamattina alle 5 vicino a noi un evangelico ha cominciato a predicare, e c’ha dato fino alle 6 e mezza.
Naturalmente con un amplificatore ben forte, perché tutti lo sentissero.
“Cristo viene presto”. “Pentitevi”. “Lasciate il peccato”. ecc. ecc.
Il tutto gridando. Io dico che gli evangelici di qui hanno il complesso di essere i matti. Sono tanto fanatici che quelli che non sono di loro non gli fanno caso (questo è quello che fa un buon dominicano: non entra in conflitto, ignora), e loro continuano a predicare, gridando ancora più forte, probabilmente con la frustrazione che li fa diventare sempre più isterici.
Non ho mai sentito un predicatore evangelico parlare in modo dolce. No. È sempre in maniera forte, gridata, ossessiva.
Ora il sito mostra per difetto le notizie degli ultimi 15 giorni
Ho provveduto a mettere le sub-categorie di “Santo Domingo”, e qualcosina d’altro.
L’autopsia fatta sul corpo di Àlvaro ha confermato la versione dell’annegamento.
Il risultato è stato trasmesso d’ufficio al ministero pubblico.
Sto pensando cosa fare. Vorrei fare un documento di appoggio a che si investighi il caso. Però voglio consultare con qualche avvocato per vedere cosa fare di preciso.
Attualmente è del 16%, dice il Banco Centrale: è un dato che sembra assolutamente errato.
È vero che molti lavorano in forma informale, vendendo per la strada, senza nessuna sicurezza. Queste persone possono guadagnare 400 pesos (8 euro) al giorno, equivalenti a 10,000 pesos al mese, che ora sono 200 euro, mentre due anni fa erano l’equivalente di 650 euro.
Leggo sul giornale di oggi che il debito estero della Repubblica Dominicana è di US$5,504.2 millioni, con un servizio del debito di US$1108.8 millioni.
Nel primo semestre dell’anno il prodotto interno lordo è diminuito dell’1%, l’inflazione è stata del 31% (annualizzata: 60%).
Il 60% della generazione elettrica è spento per problemi di insolvenza finanziaria che diventa sempre più grande.
Gli ospitali sono a pezzi e paralizzati dagli scioperi dei medici.
Il gas propano è quasi introvabile, impedendo alle massaie di far da mangiare e ai taxi collettivi di muoversi.
Il governo uscente di Hipólito ha firmato un trattato di libero commercio con gli Stati Uniti che a corta scadenza farà molti danni all’economia dominicana.
L’unica cosa buona è il settore turistico che si mantiene vivo e in crecita, e anche un aumento delle esportazioni.
I vescovi domenicani hanno reso pubblico oggi un messaggio che invita a un buon governo, e indicano vari punti concreti.
A livello della sofferenza del paese intero, dicono che sono tre le conse da affrontare subito: la crisi elettrica, la stabilità monetaria, e il recupero del valore della moneta.
Chiedono che ci sia “onestà, serietà, ordine, organizzazione, instituzionalizzazione, disciplina, rispetto assoluto degli altri, austerità, razionalità, rispetto della legge, responsabilità, dedizione ed efficacia nel lavoro, buone maniere, trasparenza in tutto, soppressione dei privilegi, solidarità, giustizia distributiva, creatività, coraggio impresariale, onorabilità nella dichiarazione e nel pago delle imposte”.
Vi domanderete: ma perché chiedono tante cose? Semplice: perché non ci sono! Il sottosviluppo è una cosa brutta ve l’assicuro!
In barba alle richieste dei vescovi, mi arrivano informazioni che a livello dell’educazione ci sono piani già fatti per togliere tutti i direttori perredeisti e sostituirli con peledeisti.
Alla stessa maniera, tutti gli impiegati degli uffici pubblici cambieranno, probabilmente martedí stesso, primo giorno lavorativo dopo la presa di possesso di Leonel. Una ragazza della parrocchia, di famiglia peledeista, è certa di iniziare a lavorare martedì in Inespre.
Non è che le cose promettono tanto bene…
Per voi in Italia è ferragosto. Qui questa parola non significa niente, e se non fosse domenica alla Messa dell’Assunta ci sarebbe ben poca gente (qui non è di precetto).
In compenso, domani è festa civile: anniversario della restaurazione della repubblica (1863), quest’anno con la presa di possesso del nuovo presidente Leonel Fernández Reyna.
È stato eletto con il 58% dei suffragi, frutto più del malgoverno di Hipólito che della fiducia che la gente ha in lui.
Di fatto, quando 4 anni fa ha lasciato il governo, Hipólito ha preso il 49.9%, frutto anche lí del mal governo di Leonel.
Quest’anno la festa dell’Assunta l’abbiamo vissuta in grande. La concomitanza della chiusura della missione ha riempito più del solito la chiesa.
(Se non fosse stato domenica, sarebbe venuta la metà della gente: le solennità infrasettimanali qui passano senza troppi problemi…)
Nella messa comunitaria, alle 7 del mattino, la parte finale della messa s’è allungata molto più del solito perché ho consegnato dei semplici diplomi di partecipazione ai missionari, agli oranti e ai giovani che più hanno partecipato.
Il gesto, nella sua semplicità, qui è molto apprezzato: immaginatevi una persona analfabeta, poter incorniciare e appendere alla parete un attestato che dice che ha fatto tal cosa bene ecc.: come dicono qui, gli alza la autoestima in maniera esorbitante.
Ci sono state anche alcune piccole esperienze di missionari e oranti. Mi ha colpito in particolare Lourdes: ha detto che dietro a un ictus che aveva avuto 3 mesi fa ha cominciato la missione con la bocca storta (residuo dell’ictus), segno che ancora non stava bene. Ma ha voluto fare la missionaria a tutti i costi, con grande fede, e orgogliosamente ha fatto vedere a tutti che la bocca è tornata dritta, e adesso, a differenza di prima, può sorridere.
Il Signore è grande, e la fede di Lourdes pure!
Oggi pomeriggio stavo andando al Seminario Minore a portare i seminaristi che rientrano dopo le vacanze.
Nella Avenida Máximo Gómez, supero una macchina che non si capisce su che corsia vuole stare. Non so se l’autista era ubriaco o cosa aveva.
L’ho superato, ma senza niente che potesse far pensare a una stizza, ho solo dato qualche colpo di clacson per fargli capire che lo stavo superando.
Fatto sta che 10 secondi dopo guardo nello specchietto retrovisore e vedo che mi sta puntando una pistola.
Istintivamente ho abbassato la testa e ho accelerato più che potevo. Fortunatamente il tipo andava piano, e non ha cercato di raggiungerci.
Mi sono preso una bella paura!
Li darò domani, nella messa del mattino, ai missionari e agli oranti che hanno partecipato tutti i giorni.
Anche per i giovani che hanno dato la mano più forte ho preparato il certificato: il lavoro che hanno fatto è stato di proporre scenette che ambientavano momenti o insegnamenti del vangelo ai giorni nostri (sono piaciute tantissimo tutte), e poi di portarsi via dal centro di accoglienza i bambini, per farli giocare e per permettere ai proclamatori di lavorare con gli adulti.
Me ne sono andato dalla parrocchia poco prima di mezzogiorno, lasciando il fabbro a finire un lavoro.
Quando lui se n’è andato, ha lasciato lì la sua saldatrice, e la porta è rimasta aperta.
Alle due la saldatrice era già sparita. Una vicina di fronte ha anche visto il ladro che se la portava via, ma ha pensato che fosse il padrone della saldatrice.
E pensare che a volte mi sembra di essere fin troppo scrupoloso chiudendo tutto a chiave in parrocchia! La volta che non lo fai ne approfittano i ladri!
Ieri, venerdì, abbiamo completato la parte di evangelizzazione generale della missione.
Dico “la parte” perché in parrocchia abbiamo capito che la missione non si può esaurire in una campagna di evangelizzazione: abbiamo fatto una preparazione, nelle varie comunità e con i vicini di ognuno, e adesso viene la continuazione. Come?
Anzitutto con l’impegno della preghiera, da portare avanti tutti i membri della comunità parrocchiale.
In secondo luogo accogliendo nella Messa e nelle CEBs quei fratelli e sorelli che motivati dalla missione vorranno unirsi.
E poi cominciando le “case di preparazione” in vista del Ritiro di Evangelizzazione. In ogni settore ce ne saranno per lo meno una o due, e saranno dirette a quelli che vivono gia una esperienza abbastanza stabile di chiesa, e vogliono approfondire il loro impegno. Per 8-10 settimane un “fratello maggiore” li aiuterà a disporre il cuore, e in novembre verrà le due domeniche del ritiro, intense e affascinanti.
Due anni fa la risposta è stata entusiasmante: più di 200 persone hanno fatto il ritiro. L’anno scorso sono state meno, ma la ciò deve essere stato perché s’era appena fatto un altro ritiro, e c’è stata una concomitanza che ha mezzo disorientato.
Adesso ho speranza che possiamo ricevere un buon numero di fratelli e sorelle. Prego perché questo avvenga. Ho visto moltissime famiglie acquisire pace e serenità, superare conflitti e diventare artefici di un mondo nuovo, e tutto questo come conseguenza dell’incontro con Cristo,
nel Ritiro (e non solo nel Ritiro). È il lavoro del Signore: farsi strada nei cuori. Credo che a Lui interessi più che a me!
Per questo spero e prego, con fede!
Ce l’ho fatta stamattina. Una bella soddisfazione!
È tardi per me, ma sto cercando di generare l’orario del collegio. Mannaggia, il programma non ci riesce!
Nel settore Chimbú, la risposta della gente è stata molto positiva: buona partecipazione alle celebrazioni di accoglienza, e tanto calore umano verso i missionari.
Da parte mia ho confessato varie persone, ho conosciuto la moglie e le figlie del guardiano notturno della scuola, ho parlato con una coppia che non riesce ancora a decidersi (lei) sul matrimonio.
Sta venendo giù tutta l’acqua del cielo!
Se continua così sarà un problema con la missione. Normalmente però non dura più di un quarto d’ora. E poi il Signore non ci va a mettere i bastoni tra le ruote… 🙂
Dice il giornale di oggi che si sono ridotti… vedremo!
Tutte le sere, un autista a turno porta ai campos una decina di missionari di quel settore.
Sono in 4 o 5 a alternarsi, e c’è sempre qualchedunaltro che va con loro per evitare che tornino soli.
La missione la finiamo alle 8 e mezza di sera, e tra una cosa e l’altra la camionetta parte per i campos poco prima delle 9. L’autista è di ritorno verso le dieci!
Mi affascina la generosità con cui questi uomini, che di fatto lavorano tutto il giorno, si mettono a disposizione del Signore anche a quest’ora tarda della sera. È un invito a essere più generoso anch’io!
Oggi, a Ponce, la missione mi è piaciuta veramente tanto.
I tre centri di accoglienza erano tutti con un bel po’ di gente, e molti missionari si sono fermati fino all’ultimo, a differenza dei giorni scorsi.
Nei miei giri ho visitato Yanet una giovane signora che ha fatto il ritiro di evangelizzazione un anno e mezzo fa, ma che poi si è “stancata”. L’ho trovata in casa, e c’era anche suo marito, Rafael. La cosa più bella è che ho potuto parlare con quest’uomo sui 32 anni, che la moglie mi aveva dipinto che non gli piaceva andare a messa. Seduto di fronte a lui, ho faticato a vincere la sua corazza, ma poi sono riuscito a farmi raccontare che è di Cotuí, e che là, dove ha vissuto fino ai 22 anni, era nella gioventù francescana. Si è allontanato dalla chiesa quando è arrivato in Guaricano. Mi sembra che il Signore gli abbia fatto sentire il desiderio di rimettersi in cammino!
Ho visitato una donna anziana malata, che un mese fa è stata scontrata da una moto, e gli si è rotta la testa del femore. Parlando con lei, mi ha detto che purtroppo il marito (sui 70 anni) non ha nessuna intenzione di sposarsi con lei (sono però sposati in comune). L’ho chiamato, e ridendo e scherzando mi sembra di essere riuscito a fargli sentire il desiderio di sposarsi. La moglie era felicissima!
Ieri l’evangelizzazione è stata discreta: in qualche centro è arrivata una trentina di adulti, in altri meno.
Però quello che mi ha colpito di più è che ho approfittato per andare da Erasmo, il papà di due ragazze del gruppo giovani: la moglie è catechista, ma lui non si è ancora lanciato a prendersi un impegno, anzi, quasi non viene a Messa.
L’ho visto due giorni di fila, e mi sembra che si sia lasciato entusiasmare un po’. Il fatto è che lavora solo di mattina presto, e passa il pomeriggio in casa senza fare niente. Ho cercato di fargli capire la bellezza di iniziare un lavoro per il Signore e per gli altri, e dai suoi occhi sembra che il messaggio sia arrivato.
Mi sto picchiando da due giorni con un programma per generare automaticamente l’orario della scuola.
Pensavo che fosse più facile….
Oggi pomeriggio Francesco Zannini è partito per l’Italia. Ci ha lasciati, era venuto la ultima volta in gennaio.
La presenza di Francesco è stata molto positiva: da laico, orgoglioso di essere laico, disponibile per aiutare laddove ci fosse bisogno.
Al mattino aiutava le suore nella farmacia.
Al pomeriggio alcune faccende della casa, ma soprattutto una presenza preziosa nella casa stessa. Per me, e penso anche per gli altri, significava la certezza di chiamare e di trovare qualcuno. O, il giorno che dovevo venire a casa di pomeriggio, la gioia di trovare un calore umano.
Gli altri anni “litigavamo” sempre, con Francesco, non io, ma lui con tutti noi. Ci diceva: “Se ci fosse qui un altro laico, per condividere un po’ di più la mia esperienza. Dopotutto voi siete preti e suore, e in molte cose la vostra vita è diversa”.
Quest’anno il Signore ha ascoltato Francesco: Paola, una sorella genovese, giovane farmacista in pensione, è tornata, già da vari mesi è qui con noi. Paola ha offerto a Francesco la possibilità di una condivisione più diretta, più laica; una condivisione di credenti, ma senza l’odore d’incenso delle sacrestie.
E abbiamo notato tutti, in casa, che i frutti si sono moltiplicati, in una disponibilità più grande, in una generosità più vera.
In questi mesi che starai in Italia ci mancherai, Francesco. Ti aspettiamo presto!
È stata abbastanza intensa.
Al mattino ho cercato in internet se esiste la maniera di generare automaticamente un orario scolastico. L’ho trovato, e sto sperimentando adesso.
Di pomeriggio, la missione nel settore Sinaí, abbiamo finito più tardi del solito. Ho partecipato a uno dei centri di accoglienza, e ci sono state due testimonianze belle di uomini che hanno idea di iniziare un cammino di Chiesa.
O meglio, continuano i black-out: tutti i giorni, a tutte le ore.
Se fa più presto a dire quando c’è la luce: di notte, dalle 2/3 di notte alle 7 di mattina: 4 o 5 ore al giorno!
Tutto il resto del tempo, senza energia elettrica. E non si sa quando potrà cambiare la situazione!
Oggi non ho scritto niente
Qui vicino a casa nostra c’è una campagna evangelica: per tre o quattro sere 5 o 6 evangelici cantano, predicano, pregano.
Cominciano cantando per lo meno per una mezzoretta, aiutandosi con amplificatori molto potenti.
Poi viene un predicatore, che normalmente parla, o meglio, grida per più di mezz’ora. Normalmente grida in maniera appassionata e ossessiva, senza mai prendere fiato un momento.
Poi si sente qualche altro canto, e a poco a poco finisce tutto.
Qualche volta che passo di fianco a una di queste campagne, mi stupisce il fatto che quasi non ci sia nessuno: la predicazione non è per quelli che vengono a sentirla, ma per tutti quelli che stanno in casa loro, e che forse non vogliono sentirla.
Stasera sono andato a confessarmi, alle 8 di sera. Ho trovato un frate molto gentile e disponibile.
La cosa più bella è che dopo avermi confessato s’è fatto confessare lui.
Ho ricevuto un segno della misericordia di Dio e l’ho dato a mia volta. È stato bello!
L’abbiamo fatto stamattina, con i fratelli e sorelle che avevano fatto l’ultimo ritiro di Evangelizzazione, tre mesi fa.
In questo tempo dopo il Ritiro di Evangelizzazione hanno ricevuto una catechesi solida sulla vita cristiana come vita di comunità. Adesso entreranno alla comunità apostoliche, dove continueranno la loro formazione e impareranno a impegnarsi nella chiesa.
Ho fatto una piccola modifica, e ora il sito è leggibile da tutti. Voglio dire che non appaiono più a tutti le notizie non pubblicabili.
Oggi pomeriggio sono stato a Los Cazabes (dove abbiamo fatto la missione ieri) per una riunione dedicata al problema della strada.
La gente è esasperata perché il traffico pesante dei camion della spazzatura che vanno a Duquesa rendono la strada tutta un buco pieno di fango.
Hanno già chiesto due volte che gliela mettano a posto, e che cerchino una soluzione per i camion, ma non si è mosso niente.
Questa riunione è l’ultima chance prima di passare al proteste. Se non ci sarà nessun effetto bloccheranno la strada.
Io sarò lì con loro a appoggiarli.
Adesso in parrocchia abbiamo 6 amplificatori portatili!
Mi manca solo metterci un connettore a due per caricare le batterie.
Già da un un mese poi ho comprato cavo e connettori buoni per i microfoni, spero presto di risolvere anche questo problema.
Sto litigando con la stampante Epson che non vuole saperne di stampare…
Ho dormito 11 ore!
La nostra undicesima missione parrocchiale è già arrivata a metà: in 5 giorni abbiamo “evangelizzato” metà della parrocchia. Perché le virgolette? Perché “evangelizzare” suppone un cammino e un processo ben lungo, e di fatto noi in questa missione dedichiamo a ogni famiglia una visita a casa sua di un massimo di 10 minuti e una celebrazione di accoglienza nel suo barrio.
Nonostante questi limiti, vivere queste missioni mi entusiasma sempre moltissimo. Perché tutti gli anni si vede come le famiglie e le persone si avvicinano un po’ di più. La maggioranza dicono il “sì, vado” (alla celebrazione di accoglienza), come il famoso figlio della parabola di Gesú, e poi non vanno. Ma, sull’altro versante, si vedono nei centri di accoglienza persone che sembravano indifferenti.
A me ha colpito la presenza nel centro di accoglienza di Consuelo. Consuelo è una donna che conosco di vista da quando sono qui, perché da sempre si mette tutte le mattine fuori del cancello del consultorio per vendere dolcetti vari che i dominicani mangiano di colazione. In passato ho anche litigato con lei varie volte, perché per mettersi in una posizione più favorevole occupava in maniera maldestra il marciapiede o l’entrata del consultorio. Beh, lunedi sera è venuta al centro di accoglienza, e di lei mi ha colpito il sorriso che le vedevo sulla faccia. Deve essere una donna provata dalla vita, perché ha sempre una faccia molto seria. Ma invece quella sera le si vedevano gli occhi brillare di gioia. Quello che so è che da quella sera non la saluto più allo stesso modo, la sento già più sorella in Cristo.
La stessa sera, in un altro centro, è arrivato un uomo sui 45 anni con una camicia da notte da donna. Appena l’ho visto mi è venuto istintivamente da sorridere. “È un frocio”, ho pensato dentro di me, ma subito dopo qualcosa mi ha fatto tornare sui miei passi, e allora ho pensato “è un fratello che il Signore sta chiamando”. Ha assistito a tutto l’incontro, in piedi (c’era da sedersi, ma non ha voluto), da una parte. Non so se lo rivedrò, ma mi ha colpito il fatto che quella sera il Signore ha chiamato anche lui.
Due giorni dopo, la missione era nel barrio della Mina, che è uno dei più caldi. Lì ho visto una partecipazione della gente ai centri di accoglienza superiore agli altri settori. E sono stato molto contento perchè c’era anche Zaccaria, il marito di Biemba, una nostra bidella della scuola. La moglie è una donna di fede, ma il rapporto con il marito non è facile, è il tipico “maschio” che è tutto lui e non lascia libertà alla donna. Bene, il Signore mi ha aiutato a incontrarlo nella sua casa, abbiamo parlato, e mi ha promesso che si sarebbe integrato nella vita della parrocchia. Ne sono stato molto contento, e sono ancora più contento pensando alla vita di Biemba che adesso può migliorare, con l’aiuto del Signore.
La stessa sera ho incontrato una giovane donna, madre di una nostra studente, e nella semioscurità che stava cadendo, ha trovato il coraggio di aprirsi e di comunicare per la prima volta a qualcuno un sentimento che la faceva sentire in colpa. È stato molto bello per me cercare di darle fiducia in se stessa e nel Signore, e credo di esserci riuscito.
Oggi, nei campos, quello che mi ha colpito di più è stata la celebrazione di Duquesa: non c’era molta gente, ma mi ha colpito quando ho chiesto chi partecipa costantemente in un incontro di preghiera o in una comunità. Mi hanno alzato la mano almeno una ventina di persone! Ho approffittato per invitarli a prepararsi per il Ritiro di Evangelizzazione, che sarà tra qualche mese. Ho visto un fermento e un desiderio di impegnarsi nel cammino del Signore. Ho sognato que Duquesa non è più il regno del rum e della musica sfrenata dei bar, dove nascono tutte le corna e i tradimenti.
Bene, lunedì continuiamo, con la parte bassa della parrocchia.
Nella scuola oggi hanno montato le travi di un’altra parte di tetto.
Hanno una maniera di lavorare abbastanza rozza, per fare 10 devono per forza rovinare 2 di quello che c’era già prima, ma pazienza!
Oggi siamo stati nel settore san Ramón, che è il settore dei campos.
I missionari sono stati molto meno (37 coppie invece di 50), ma c’è da dire che c’era in ballo una tormenta tropicale che forse ha spaventato. E poi vari missionari sono andati all’ultimo giorno di novenario della suocera di un missionario.
Comunque ho visto i centri di accoglienza ben animati, sono sicuro che il Signore porta avanti la sua opera.
Oggi la missione va al settore di campo (campagna): son un totale di 1200 famiglie, divise in 4 comunità: Los Cazabes, Mamey, Jacagua e Duquesa.
Duquesa è dove stiamo portando avanti il progetto dell’anno dell’acqua: dotarli appunto di acqua (più o meno) costante.
Il progetto del pozzo sembra poco prudente, considerando che la vicinanza della spazzatura contamina le falde. Però abbiamo trovato dei tubi semiabbandonati dove arriva l’acqua (che adesso si sta sperdendo): metteremo i tubi per arrivare a Duquesa, e lì faremo una cisterna.
Ho un ascaris lumbricoide, fortunatamente ancora in piccole quantità.
Ho appena preso la prima dose di albendazol, la seconda tra 14 giorni.
Oggi a mezzogiorno ho l’appuntamento, dobbiamo cercare di capire cosa è la tossetta che mi esce appena sforzo un po’ la voce.
Nei centri di accoglienza della missione pregano incessantemente tutti i pomeriggi più di 100 fratelli e sorelle!
È un segno grande di maturità di fede di questa comunità!
Stanno facendo una legge per vendere a un giudice della Giunta Centrale elettorale 31,000 metri cuadrati di terra a 10 pesos al metro quadrato, quando il prezzo commerciale qui è di almeno 400 pesos al metro quadrato!
Oggi pomeriggio la missione si è spostata alla Mina, un quartiere dove più che negli altri c’è droga e delinquenza.
I missionari non sono mancati: un centinaio, per 930 famiglie! Tanti anche gli oranti!
Andando un po’ in giro, ho incontrato a mi comadre, la mamma di Heriberto, che mi ha mezzo promesso che farà il Ritiro di Evangelizzazione.
Ho anche potuto confessare una anziana cieca, e due sue nipoti che da vari anni non mettevano più piede in chiesa.
Ho incontrato anche una giovane signora che tre o quattro anni fa aveva fatto il corso di preparazione al matrimonio. Mi ha detto che è diventata evangelica, ma poi ha aperto il cuore e mi ha raccontato di un problema che la tormenta da due anni, e, se il Signore vuole, come dicono qui, spero che ciò la aiuti a riavvicinarsi alla Chiesa Cattolica.
Nei vari centri di accoglienza la partecipazione è stata massiccia: 40 persone ognuno di essi, attenti e interessati.
Grazie, Signore!
Me lo sono fatto stamattina, perché ci sono dei piccoli segni che ho di nuovo qualche parassita.
È andato tutto liscio: i missionari erano sempre più di 100, e gli oranti altrettanti.
Dei 3 centri di accoglienza, uno solo era in tono minore, direi per il fatto che era molto all’oscuro e che a due metri c’era una puzza di fogna tremenda.
Ho avuto anche la gioia di riuscire a portare al centro di accoglienza due uomini, uno che non viene mai in chiesa, e un altro che veniva ma si è allontanato.
Ieri sera in uno dei centri di accoglienza della missione c’era un tipo un po’ strano: sui 45 anni, è presentato in camicia da notte a fiorellini (femminile, naturalmente).
Non ha voluto sedersi, ha tenuto un atteggiamento un po’ distaccato, ma ha partecipato a tutta l’attività.
Oggi pomeriggio una bambina mi ha detto che mi visto alla televisione.
Mi ha fatto piacere, e mi ha fatto piacere ancora di più quando le ho chiesto che programma era, e mi ha risposto che stavano parlando del bambino morto nel lago: sembra una bambina sveglia e attenta!
Purtroppo non ho avuto nessuna informazione su come è stato l’impatto della trasmissione. Realisticamente i black-out non l’hanno lasciata vedere quasi a nessuno.
Non so come è arrivato in casa l’indovinello di Einstein: Francesco stava cercando di risolverlo e non ce la faceva.
Mi ci son messo con calma e pazienza e in mezz’oretta l’ho risolto.
È stata una bella soddisfazione, anche perché il testo dell’indovinello dice testualmente: “Albert Einstein scrisse questo indovinello agli inizi del ‘900. Disse che il 98% della popolazione non sarebbe stato in grado di risolverlo”.
Così mi sono blasonato di essere nel 2% degli esseri umani più intelligenti. Grazie, Signore!
Ieri, domenica, è cominciata la missione parrocchiale di agosto, la undicesima (la prima l’ha fatta don Lino nel 1994).
La Messa delle 7 di mattina è stata la messa dell’invio ufficiale dei missionari e degli oranti. I missionari sono circa 120, mentre gli oranti sono sui 50/60.
Questi numeri sono molto confortanti per me, perché gli ultimi due anni sembrava che fossero in calo. Probabilmente il calo era dovuto al fatto che ho cominciato a esigere che facciano i missionari solo quelli che fanno la comunione, escludendo così molti conviventi.
Adesso al contrario la crescita di numero è dovuta al lavoro delle comunità apostoliche: molti fratelli che hanno fatto il Ritiro di Evangelizzazione e che fanno la loro vita di comunità ben impegnati hanno sentito l’esigenza di mettersi a disposizione per quest’opera di Dio.
Oggi è stato il primo giorno di evangelizzazione, e abbiamo lavorato nel settore di Betania, il settore dietro alla “chiesa” parrocchiale.
È un settore dove vivono 623 famiglie, e sono state visitate una per una dalle 53 coppie di missionari.
La visita consiste in una familiarizzazione, un piccolo annuncio kerigmatico, la consegna di un foglio con un messaggio molto ben studiato, una preghiera comune, e l’invito a partecipare alle 7 di sera a un incontro di tutti gli evangelizzati.
La responsabile di settore ha messo 4 centri di accoglienza per l’incontro serale, ed è da dire che tutti hanno visto parecchie visite: molti bambini, che dopo un momento iniziale sono stati intrattenuti dagli adolescenti dei gruppi giovanili, molte donne, parecchi uomini (sempre meno però delle donne).
L’incontro si articola con molti canti di animazione, ed il cuore è costituito dall’annuncio del kerigma, realizzato da un ministro della parola della parrocchia: laici che hanno ricevuto dal vescovo il mandato di predicare nelle celebrazioni senza sacerdote. Dopo il kerigma, una testimonianza e un dialogo con la gente.
Nel centro dove ho passato la maggior parte del tempo ho visto un clima molto bello: nel dialogo è emerso che ha colpito soprattutto lo stile caldo della proclamatrice del kerigma, e alcuni aspetti toccanti della testimonianza.
Sono abbastanza stanco, adesso, ma contento: la missione è cominciata bene.
Se ci aiutate con la preghiera, sarà ancora meglio!
Stamattina una tv locale ha trasmesso un servizio su Alvaro, il bambino annegato nel lago.
C’era anche una intervista a me, nella quale mi lamentavo che nessuno, né ministero pubblico né giudici, si siano minimamente lasciati scuotere dal fatto e abbiamo cominciato a indagare.
Non so la resa generale del servizio perché non l’ho visto, e in Guaricano c’era black-out e quindi sospetto che non l’abbia visto nessuno.
Sono andato con suor Modesta e suor Susanna e con Carmen a trovare Radamés nella comunità terapeutica di Hogar Crea.
L’abbiamo trovato bene, non ha più i tremori che aveva quando era entrato l’8 di luglio, e si vede abbastanza sereno.
Dall’una che siamo partiti, eravamo di ritorno già alle 6 e un quarto. È stata abbastanza una sfaticata, ma ne valeva la pena!
La stanno facendo oggi.
Tutto il can can che c’era stato per il rinvio è passato da tempo, le relazioni sono normali e serene. Grazie, Signore!
Tra dieci minuti esco di casa, la Messa di stamattina faremo l’invio dei missionari della Missione Parrocchiale.
Dovrebbero essere circa 120, e in più loro anche una cinquantina di oranti.
Domani pomeriggio poi cominiciaremo a visitare tutti i settori, casa per casa, e di sera l’accoglienza con l’annuncio del kerigma.